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La piaga del gioco d’azzardo: un fenomeno sempre più diffuso che condanna vita e anima di S.Mandarà

by Redazione 6 Dicembre 2013 578 3 min di lettura
 La piaga del gioco d’azzardo: un fenomeno sempre più diffuso che condanna vita e anima di S.Mandarà

Qualche anno fa si parlava di gioco d’azzardo solo quando arrivava Natale. Oggi invece è diventata una patologia che uccide lentamente la serenità di tante famiglie, anche a S. Croce. Una moneta da 1 o 2 euro per tanti diventa una chiave per uscire da una prigione di ristrettezze e potersi comprare una fetta di vita più dignitosa e agiata. Una moneta da affidare per gioco alle promesse della dea bendata che decide su slot machine, carte e lotterie varie. Promesse avide che “costano” 10 euro, 30 euro, 100 euro e così, alla fine, non regalano fette di vita, anzi le divorano… fette di lavoro, di stipendio, di libertà. È dramma personale e sociale di cui la comunità ragusana non è certo immune. Il gioco d’azzardo può innescare una dipendenza patologica paragonabile a quella che si riscontra nell’uso di sostanze stupefacenti. Il problema è che il soggetto affetto da questo disturbo rifiuta di vedere nella sua schiavitù da gratta e vinci e video poker una malattia. Crede solo di avere una cattiva abitudine, un vizio. Una psicologa: “C’è una enorme differenza: nel vizio il soggetto non diventa schiavo di un comportamento, ma decide quando e quanto giocare. Il giocatore patologico invece non riesce a limitare il bisogno di scommettere su qualcosa e finisce per dedicare a ciò che dovrebbe essere solo uno svago occasionale sempre più tempo e denaro, sottraendoli al lavoro e alla famiglia”. Il gioco d’azzardo è una forma di dipendenza ancora troppo sottovalutata, che in breve tempo riduce al lastrico le famiglie, distrugge i rapporti personali e lavorativi, può persino spingere il soggetto a compiere furti per reperire le somme da giocare. Come accade in altre forme di dipendenza, questa patologia colpisce persone con una struttura psicologica fragile. I soggetti più a rischio sono i meno abbienti, più fragili, più inclini a vedere la scommessa non come un semplice gioco, ma come l’ unica strada percorribile per fuggire da una vita di privazioni. Il gioco può colpire indistintamente uomini e donne, lavoratori e disoccupati. La cosa più preoccupante è che la patologia si si sta diffondendo tra gli adolescenti. Un fenomeno che si spiega in parte con la fragilità dell’ individuo in questa fase molto delicata dello sviluppo psicofisico, in parte con la vasta gamma di scommesse offerte dal mondo di internet, un modo in cui i giovani si muovono con grande dimestichezza e spesso senza controlli. Il consiglio? L’aiuto della famiglia ed un percorso psicoterapeutico, forse, posso evitare drammi!

Salvatore Mandarà.

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3 Comments

  • Fabio says:
    6 Dicembre 2013 at 12:53

    La colpa è dello stato che pubblicizza il gioco e ci guadagna alla grande!!!
    Invece di proibirlo , lo promuove a pieni voti, V E R G O G N A !!!!!

  • Giuseppe says:
    6 Dicembre 2013 at 13:45

    La colpa è della gente, che è tanto cretina da buttare i suoi soldi, per esempio, le droghe sono proibite, giusto? Ma la gente, ripeto, è tanto cretina da farne uso, nel primo caso, arricchisce legalmente la mafia, nel secondo caso l’arricchisce illegalmente. Quindi girala come vuoi, proibito o non proibito, il fesso è sempre chi gioca convinto di vincere.

  • Salvatore Brugaletta says:
    7 Dicembre 2013 at 09:58

    Lo Stato Italiano come tanti altri Stati nel mondo ha disciplinato la materia giochi leciti allo stesso modo in cui si è allineato con il tabacco riportando avvisi sui pacchetti delle bionde, e con altre specifiche e regimi sanzionatori sull’alcol.

    Tuttavia il pensiero espresso dal giornalista e di seguito dal commentatore in calce, è veritiero e di forte attualità allorché amplificato ultimamente da servizi televisivi chiari ma poco esaustivi dal punto di vista tecnico e dei ruoli degli attori della vicenda in ogni caso persone scorrette.

    Ritornando all’argomento trattato, mi pare che non ci sia nessuno che scucia soldi di tasca agli avventori, piuttosto che mettere sigarette in bocca o offrire cicchetti per strada, quindi prevale la volontà del singolo individuo che decide per se stesso.

    D’altro canto un regime proibizionista come negli Stati Uniti degli anni trenta, con l’attuale multimedialità e progressione delle tecnologie produrrebbe solo effetti deleteri, sarebbe un proliferare di bische clandestine, contrabbando di bionde e quant’altro ci possa essere di illecito.

    In ultima analisi gli avvisi sulle sigarette e il famoso “gioca senza esagerare” che troviamo insieme al 18+ sugli apparecchi hanno un senso e puntualmente vanno ignorati e disattesi anche da parte degli esercenti.
    Cordialmente

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