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Sparò con un fucile a P.Secca: un mese di sconto a Cabibbo in appello

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La Corte d’Appello di Catania ha fatto un mese di sconto a Giovanni Cabibbo, il ragazzo 36enne di Santa Croce condannato in primo grado per detenzione e porto illegale di arma da guerra e minacce. Attualmente l’uomo è agli arresti domiciliari. Cabibbo fu arrestato nel 2012 dai Carabinieri, con l’accusa di aver sparato contro alcuni locali di Punta Secca, fra cui il ristorante «Rosengarten», proprio a due passi dalla casa di Montalbano, nonché all’indirizzo delle ditte di legnami «Gruppo Barone» e «Sud Legno». Gli avvocati di Cabibbo, Enrico Platania e Renato Borzone, hanno chiesto l’assoluzione per il loro assistito davanti alla Corte d’Appello di Catania. Il presidente della Prima Sezione Sebastiano Mignemi ha ridotto di un solo mese la pena dell’imputato, confermando di fatto la richiesta del procuratore generale Chillemi.

La difesa ha già preannunciato ricorso in Cassazione. L’arma utilizzata per compiere gli attentati, un fucile mitragliatore d’assalto modello AK-47 «Kalashnikov», non è stata mai trovata. A incastrare Cabibbo sarebbero state alcune riprese delle telecamere piazzate di fronte al ristorante di Punta Secca e delle intercettazioni telefoniche. Il 36enne avrebbe agito in concorso con un’altra persona rimasta però ignota.

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