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Ragusa è una provincia ad alto “tasso” archeologico: l’Aeroporto di Comiso scopre i suoi reperti

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Reperti archeologici, croce e delizia del territorio ibleo. Potrebbe iniziare un articolo sulla recente notizia del ritrovamento di reperti archeologici nell’area antistante all’ingresso dell’aeroporto di Comiso.  In effetti, il rinvenimento di resti dell’antico passato della nostra terra non appartiene solo al costruendo nodo viario di raccordo tra la SS 514 e l’aeroporto. Per fare un esempio, attorno al presidio ospedaliero Maria Paternò Arezzo di Ragusa sono state trovate delle tombe degli Hyblei, con conseguente rallentamento di alcuni interventi di miglioramento dello spazio circostante l’ospedale. E’ del tutto evidente che la zona che dalle falde dei Monti Iblei si estende verso il fiume Dirillo (chiamato, in epoca romana, Achates per la presenza della pietra agata e in epoca araba Wadi Ikrilu o fiume delle Acrille), oltrepassando il fiume Ippari (Pindaro lo chiamò Hipparis), è ricca di reperti archeologici, sicuramente poco o niente valorizzati. Chi conosce che nel territorio di Chiaramonte Gulfi, sulla riva sinistra del fiume Dirillo, scavi archeologici hanno riportato alla luce in contrada Scornavacche un abitato ellenistico? Eppure nella zona operano parecchi operatori della ristorazione che potrebbero sicuramente trarre altro beneficio da un percorso archeo-eno-gastronomico. In tal senso si muove l’intervento del Presidente della CNA di Ragusa, Giuseppe Massari, nel sostenere che “i reperti potrebbero trovare sistemazione in un’area appositamente attrezzata all’interno dell’aerostazione, quindi come nuovo motivo di attrazione per i visitatori in transito”. Questo intervento smorza immediatamente i possibili tentativi di voler ulteriormente dilazionare nel tempo l’avvio della struttura aeroportuale per come di consueto fa la malaburocrazia quando vuole ‘impantanare’ un’opera pubblica, come “la realizzazione di un’infrastruttura di supporto all’aeroporto di fondamentale importanza, per consentire allo scalo di potere essere fruito nel modo migliore”. Non dimentichiamo, altresì, che i lavori di questa bretella sono stati finanziati per un importo di novantacinque milioni e 500000 euro, boccata d’ossigeno per le nostre piccole e medie imprese.

Ermocrate

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