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Punta Secca, la demolizione dell’ex caserma costa 120mila euro. Firullo insiste: “Chi dice che crollerà?”

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La caserma sarà demolita. Senza se e senza ma. La decisione è presa. Ma non convince tutti. Anzi, scatena una serie di polemiche. Tutto inizia dalla scelta fatta dall’amministrazione comunale (con la delibera numero 99 del 7 maggio 2014). La compagine amministrativa retta dal sindaco Franca Iurato aveva già espresso chiaramente quello che era il proprio proposito (tra l’altro inserito nel programma elettorale proposto alla cittadinanza due anni or sono) che è quello di abbattere la struttura per fare in modo che si liberi la piattaforma antistante il tratto di mare, così da garantire una migliore vista sull’orizzonte e favorire la creazione di un luogo di aggregazione, per la realizzazione del quale c’è un impegno di spesa nel Piano triennale pari ad un milione di euro. L’immobile di via Fratelli Bandiera, di proprietà demaniale, composto da vari corpi di fabbrica ed alcuni terrazzi di pertinenza esclusiva – il cui corpo principale è rappresentato dall’ex Caserma della Guardia di Finanza – andrà giù non tra pochi malumori. Da circa un mese l’area limitrofa è interdetta, per evitare pericoli di sorta, così come stabilito da palazzo di città dopo un sopralluogo dell’Ufficio tecnico comunale. E così si era deciso di provvedere alla chiusura del tratto di strada, via Fratelli Bandiera appunto, che delimita la costruzione, oltre all’interdizione del tratto di “porticciolo” che sorge nei pressi a salvaguardia della sicurezza pubblica. Una decisione per fare in modo che l’intero sito, intanto, non creasse problemi sul fronte della sicurezza. Ora si passa ai fatti. Il progetto di demolizione dei fabbricati dell’ex caserma della Guardia di Finanza, redatto dall’arch. Maria Angela Mormina, prevede un importo complessivo di 120.000,00 euro (di cui 95.666,13 euro per lavori ed oneri della sicurezza e 24.333,87 euro quali somme a disposizione). E chi non ci sta fa sentire la propria voce. Così Antonello Firullo, rappresentante di una ditta privata che lo scorso dicembre ha presentato all’ufficio periferico del demanio marittimo di Siracusa e Ragusa e, per conoscenza, all’assessorato regionale del Territorio e ambiente di Palermo, un progetto per la concessione demaniale dell’immobile e per fare in modo che lo stesso possa essere riqualificato: “Certo è davvero incredibile come il Comune da tempo chiede la Caserma al demanio per realizzare il belvedere con una demolizione senza alcuna urgenza di pericolo crolli per poi addirittura paventare con urgenza, il 7 maggio, un imminente pericolo di crollo e addirittura dare la colpa al Demanio e alla Regione. Secondo me non si erano accorti dell’articolo 29 del Prg che non consente la demolizione. E viene da chiedersi, chi lo ha stabilito che è imminente un crollo? C’è forse una perizia tecnica di esperti non del Comune ovviamente che lo ha stabilito che sta crollando nonostante transennata e interdetta al pubblico?”.

Fonte: La Sicilia

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