Quanti Birdman conosciamo? E quante Filumena Marturano ignoriamo?
Mancare dal web una settimana e ritornare per destreggiarsi tra una “valanga” di accadimenti, alcuni positivi altri semplicemente negativi, altri ancora decisamente drammatici, al fine di regalarvi una manciata di riflessioni da condividere, non è semplice ma nemmeno impossibile. Dato che il mio weekend l’ho dedicato alla cultura, andando al cinema Golden di Vittoria, di sabato sera, per vedere il film “Birdman” di Alejandro Inàrritu (pluripremiato alla notte degli Oscar 2015) e al teatro Naselli di Comiso, la domenica pomeriggio, per la commedia “Filumena Marturano” (scritta nel 1946 da Edoardo De Filippo), è da questa prospettiva che commenterò per voi e con voi i fatti più salienti accaduti tra la fine di un freddissimo febbraio e l’inizio di un timido, tiepido marzo dell’ennesimo anno di crisi che ci accomuna.
Il film “Birdman”, a prescindere dalla trama, narra l’angoscia che assale tutti coloro che, avendo raggiunto il successo e la ricchezza a tal punto da essere diventati delle celebrità, sprofondano in una crisi esistenziale, dalla quale possono uscire solo ed esclusivamente contando sulle proprie forze e capacità, a dispetto di tutto e di tutti, e in virtù della quale rinascono veramente liberi. La commedia eduardiana “Filumena Marturano” è la storia del riscatto di una madre che, come una novella Don Chisciotte, lotta per scongiurare la disgregazione della propria famiglia e tutelare il futuro dei propri figli: una donna che, come dice il suo convivente e padre di uno dei tre figli, “non piange mai”; ma alla fine lo farà, perché ha finalmente raggiunto il suo scopo: dare dignità e futuro ai figli, in primis un cognome.
Ebbene, proviamo a contestualizzare questi personaggi di fantasia, in conseguenza dei recenti accadimenti politici e sociali. Credo che in conseguenza della riforma frettolosa e affastellata alle precedenti del governo Renzi in materia di lavoro, gli uomini e le donne che nel pieno della maturità rischiano di sprofondare in una crisi esistenziale senza ritorno aumenteranno. Che ne sarà infatti di quei lavoratori troppo giovani per andare in pensione e troppo vecchi per competere con chi è anagraficamente giovane? E che ne sarà dei giovani che, magari laureati, di lavoro non ne trovano manco a cercarlo con il lanternino? E di quelli che anzichè la scuola hanno scelto i c.d. “Corsi di Formazione professionale” che, in Sicilia non decollano ancora, nonostante i fondi statali siano stati sbloccati? Queste migliaia di esistenze dove dovranno volare? Che migrazione dovranno affrontare, che trasformazione dovranno subire per poter avere diritto ad un diritto costituzionalmente riconosciuto, anzi fondante, qual è quello al lavoro? Le risposte si perdono nei meandri del Jobs Act (come se bastasse una denominazione anglosassone per farci diventare competitivi nell’Europa della “Generalessa Merkel”!).
Credo che il clima di terrore innestato dai militanti musulmani dell’ISIS, ma anche quello mai abbandonato dallo “zar” Putin aumenterà la crisi esistenziale dell’Occidente democratico e capitalista! E dove e come dovremo volare per sentirci al sicuro? Nello spazio infinito come la Cristoforetti? Credo che la dabbenaggine della nostra classe politica, incapace di tutelare il nostro patrimonio artistico, lasciando i siti archeologici più visitati al mondo privi di fondi e alla mercè delle intemperie e dei vandali, come l’orda di ubriaconi che ha deturpato uno dei simboli della Capitale (la c.d. Barcaccia del Bernini di Piazza di Spagna) senza il benché minimo pudore che spinga qualcuno a dimettersi e a “lavorare” veramente, aumenterà la crisi esistenziale degli italiani onesti, i quali sopportano di essere “spremuti” come i limoni dal Fisco mentre i “furbi” proliferano ed evadono le tasse, mettendo al sicuro i propri tesori e facendo aumentare vertiginosamente il consumo di beni di lusso! Dove dovranno volare gli “italiani onesti” (la stragrande maggioranza) se non riescono ad arrivare alla fine del mese? Manco sugli alberi dei loro campi potranno trovare pace, dato che con la tassazione dei terreni agricoli quegli alberi di questo passo non saranno più loro ma delle banche!
E in tutto questo marasma il Pd che fa? A Roma “si divide”, a Palermo “divide”, a Santa Croce… si “moltiplica”! Nella “città del Sole”, liquidato il coordinatore uscente (forse perché “mente pensante”) il Pd affida le proprie sorti ad un Direttorio (ma non si chiamava così anche quello nominato in Francia da Robespierre?). Quale volo spiccheranno i falchi e le colombe del Pd? Un volo parallelo o incrociato con quelli di Forza Italia, anch’essa dilaniata da lotte e contese? La collisione appare inevitabile e, forse, auspicabile! Ma siccome non vogliamo farci mancare nulla noi siciliani, anche un cognome illustre come quello della Borsellino viene spazzato via dalla bufera che si è abbattuta (ahimè non solo in senso climatico) sull’isola! La mortalità infantile è un argomento di cui nessuna donna, per di più se mamma, vorrebbe parlare, ma che purtroppo in questi giorni ed in queste ore è di devastante attualità. E l’assessore Borsellino che fa dopo i fatti di Catania? Quello che fa Alfano… resiste ed insiste (siculi sunu!!!).
Quante donne sembra “non piangano mai” per i propri figli (perché per orgoglio piangono di nascosto!)? Quante donne annullano sé stesse per garantire un avvenire ai propri figli? Quante donne inghiottono rospi e sacrificano la propria dignità per garantire l’unità familiare? Quante donne dovranno piangere i propri figli mai nati, sebbene voluti e desiderati? Tante, troppe. E dove e come dovranno volare per rinascere? In una terra dove la cultura, l’indipendenza mentale ed economica dal maschio, la rivendicazione dei propri diritti, il coraggio di denunciare, di ricominciare non è una chimera ma una realtà consolidata. Mi chiederete: “Ma esiste quest’Araba Fenice?”. Io vi rispondo: “Lo scopriremo solo vivendo!”.