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Il sindaco punge gli agricoltori: “Per risollevare il settore si mettano insieme”

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I mali che attanagliano l’agricoltura sono tanti. Quella della fascia trasformata non riesce a venir fuori da una crisi imperante, che il sindaco di Santa Croce Camerina, attraverso una nota affidata a Facebook, prova a leggere da una prospettiva per certi versi risaputa, ma quasi ineluttabile: “Finora non ho visto, se non per protestare a danni avvenuti, gli agricoltori mettersi insieme per affrontare le problematiche che li riguardano direttamente – scrive Franca Iurato -. Questo è un atteggiamento che mette in luce la tragedia di una categoria che rimane polverizzata in una miriade di microaziende che non hanno capito che bisogna superare l’individualismo, pensare come NOI piuttosto che IO, che non ci sono formule magiche né politici che possono intervenire se l’iniziativa non parte da loro”.

La formula vincente, secondo il primo cittadino, è mettersi insieme. Anche per questo motivo la sua amministrazione si era fatto carico di un progetto – il marchio collettivo “Primizie di Montalbano” – rimasto però impantanato nonostante i soldi spesi in fase preliminare. “Si potrà andare a competere in un mondo globalizzato – continua il sindaco – soltanto aggregandosi e mettendo insieme esigenze, necessità e problemi per poi chiedere alla politica, alle associazioni di categoria ecc. di svolgere il proprio ruolo andando incontro a quanto elaborato dal basso, non il contrario. Una piattaforma in grado di riuscire ad avere un minimo di potere contrattuale passa da un cambio di mentalità, qualità certificata, marketing, packaging, strategie, associazionismo”. Poi l’invito agli agricoltori del domani: “Per il rilancio dell’agricoltura ragusana, di qualità ma fuori mercato, bisogna cambiare ottica. Un invito ai giovani per un approccio nuovo che sappia coniugare le eccellenti produzioni (invidiate da tutto il mondo e modello della dieta mediterranea) con l’innovazione per reggere la competizione in una economia sempre più globalizzata. Queste mie riflessioni nascono dalla constatazione che nei decenni scorsi l’agricoltura avanzata ha innalzato il tenore di vita del nostro territorio, attivando un ascensore sociale che ha innalzato il livello di vita e culturale di diverse generazioni, ora fermo”.

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