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Dimentichiamo quest’assurdità. Nel 2021 prevalga un sano buonsenso

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Cosa ci resterà di questo 2020? Molti se lo sono chiesto e se lo chiederanno. Indimenticabile senza dubbio. Nei libri di storia verrà citato come l’anno della pandemia, la più spaventosa pandemia che si ricordi a memoria d’uomo, almeno degli ultimi 100 anni. Le cose che, di certo, ricorderemo di più sono le strade, le vie, le piazze, di tutte le città ed i paesi d’Italia, completamente vuote. E il silenzio, un silenzio surreale, che odora di morte, interrotto solo dal suono straziante delle sirene delle ambulanze. Cosa ci ha tolto? Ci ha privato della serenità, della spensieratezza, di quella normalità per noi scontata e di cui abbiamo compreso il valore solo dopo averla persa. Ma soprattutto ci ha tolto la socialità. Ogni famiglia o singolo, ha dovuto isolarsi perché il nemico, Covid-19, è invisibile e trasmissibile da chiunque. Sono cessate le strette di mano, gli abbracci, i baci, la convivialità. Abbiamo perso genitori, parenti, amici, che se ne sono andati in solitudine senza poter ricevere un ultimo saluto. A molti ha persino tolto il lavoro, il necessario mezzo di sostentamento. Ci siamo scoperti più fragili, impotenti verso ciò che non conoscevamo. Però abbiamo imparato che se siamo stati costretti a rinunciare alle nostre abitudini, potevamo trovare delle soluzioni alternative per compensare certe mancanze. Ed ecco lo smart working, la didattica a distanza, le video conferenze. Ci siamo arrangiati per non sentirci soli e grazie alla tecnologia abbiamo superato l’isolamento.

Adesso, a questo assurdo 2020 volgiamo le spalle e i sacrifici che ci sono stati chiesti in questo ultimo frammento di anno dobbiamo vederli come uno step necessario per fortificarci. Si può sopravvivere, per una volta, senza festeggiare un Natale e un Capodanno con pranzi luculliani e persone che non siano gli stretti conviventi, perché rinunciare una volta non ci danneggia, ma preserva tutti gli altri Natale e Capodanno che verranno. Per il 2021 auguriamoci del “sano buonsenso” per riflettere su quello che ci viene chiesto, per il bene nostro e della società. Perché trasgredire, adesso, può esserci fatale domani e il “dono” del vaccino, che presto riceveremo tutti, può aiutarci se anche noi faremo la nostra parte. Auguri per un Nuovo Anno che sarà migliore per merito nostro, perché, ne siamo certi, contribuiremo a renderlo tale.

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Scritto da
Antonella Galuppi

Giornalista pubblicista e scrittrice. Laureata in giurisprudenza, mediatore familiare. Si occupa di eventi culturali e spettacoli.

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