Home News Attualità Cinque disoccupati dal sindaco: “Iniziamo lo sciopero della fame. Vogliamo un lavoro, non la carità”
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Cinque disoccupati dal sindaco: “Iniziamo lo sciopero della fame. Vogliamo un lavoro, non la carità”

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Un gruppetto di disoccupati, di cui fanno parte alcuni di quelli che qualche mese fa si erano incatenati davanti a Palazzo di città, stamane hanno messo in atto una manifestazione pacifica, portandosi nell’anticamera della stanza del sindaco e dichiarando di voler iniziare lo sciopero della fame ad oltranza, cioè fin quando qualcuno non risolva in maniera definitiva i loro problemi. Quali sono i loro problemi? Il loro portavoce e il più determinato fra loro, Massimo Cascone, consapevole di mettere a rischio la sua vita con conseguenze  gravi sulla propria famiglia, sostiene di aver ricevuto solo assicurazioni generiche sulla problematica da lui sollevata nella precedente protesta: “Nessuna promessa è stata mantenuta, anzi mi trovo con l’acqua potabile interrotta perché non ho avuto e non ho la possibilità di pagare. Fra qualche giorno mi taglieranno anche la luce e non ho niente da dare da mangiare alla mia famiglia. In casa siamo in sei persone compreso mio fratello disabile, con un mutuo da pagare e un arretrato di parecchi mesi, non riusciamo ad andare avanti, chiediamo solo di lavorare e non ricevere elemosine. La nostra dignità di cittadini in questo modo viene sistematicamente calpestata. Uscirò da questa stanza solo in presenza di fatti concreti, altrimenti dentro una bara”. Il sindaco Franca Iurato ha ricevuto i dimostranti, promettendo interventi a loro favore, poi è dovuta andare via perché doveva recarsi a Pozzallo dove è in corso un’assemblea dei sindaci Iblei per quanto riguarda l’ordine e la sicurezza pubblica. Quindi ancora una grana per l’amministrazione comunale: il problema lavoro sta assumendo dimensioni sociali allarmanti, sembra che niente e nessuno riesca a fermare questa deriva. Qualcuno è convinto che queste persone stiano cavalcando l’onda. A nostro modesto avviso, magari sarà vero che qualcuno ci marci, però ormai è chiaro a tutti che S.Croce non stia vivendo il suo tempo migliore. Sono in tanti in città che, per dignità e compostezza, non ricorrono a gesti eclatanti, ma il disagio esiste in tantissime famiglie ed è giunta l’ora che qualcuno incominci a mettere mano a questo problema. L’Italia non può e non deve morire di rigore finanziario. Comunque, vi terremo informati su eventuali sviluppi. Intanto il gruppetto dei dimostranti (Massimo Cascone, Giovanni e Giuseppe Barone, Salvatore lo Giudice ed Emanuele Floriddia) sono sotto monitoraggio dei carabinieri della locale stazione, ma hanno assicurato e dato ampie garanzie che se ne staranno tranquilli. “Semplicemente non mangiavamo a casa e continueremo a non mangiare nell’anticamera del sindaco” ha affermato Giovanni Barone, che si è portato dietro anche una buona scorta di insulina perché affetto da diabete grave.

Salvo Dimartino

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