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A Ragusa si celebra la figura del “medico di famiglia”: presente anche il vescovo Paolo Urso LE FOTO

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La “Festa del Medico di Famiglia” è stata celebrata, per la prima volta, anche a Ragusa.  L’evento, organizzato dalla Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (FIMMG) e dalla Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), è stato suddiviso nelle giornate dell’8, 9 e 10 Maggio con l’obiettivo di far riflettere i cittadini sulla figura del Medico di Famiglia all’interno di un contesto sociale in cui Etica, Professione, Organizzazione e Tecnologia si intrecciano, costituendo le grandi sfide del  Terzo millennio. L’evento, coordinato dal Dott. Giovanni Digiacomo e dalla Dott.ssa Rosa Giaquinta, è stato presentato giovedì 8 presso la sala Conferenze dell’ordine dei Medici ed è ripreso nella giornata di venerdì 9 con l’incontro con gli Enti, le Associazioni e l’ASP , presso la sala AVIS di Ragusa. L’attenzione dei partecipanti è stata rivolta alla considerevole funzione “sociale” del Medico di famiglia che deve mostrarsi alla collettività come soggetto disponibile al dialogo nei vari momenti della vita del paziente.

In apertura dell’incontro l’invito, da parte del Vescovo della diocesi di Ragusa Mons. Paolo Urso, ad un ritorno ai valori del passato e al “rapporto di comunicazione diretta” è stato seguito dal discorso del prefetto di Ragusa Annunziato Verdè e dall’accurato intervento del Presidente Regionale AVIS Salvatore Mandarà. Quest’ultimo, ha definito centrale il ruolo professionale del Medico di Famiglia definendolo chiaramente “unico garante del Diritto alla Salute” (Art. 32), che attraverso il dialogo e la trasmissione di valori può avviare alla sensibilizzazione  di alcuni importanti gesti, come la donazione del sangue.  Come spiega Salvatore Mandarà “il bisogno di sangue e dei suoi componenti è in costante aumento, a causa dell’invecchiamento della popolazione e di cure sempre più numerose e nuove, e per poter  far fronte a tale emergenza occorre educare ad una Cittadinanza Attiva orientata al bene comune”. L’incontro focalizzato sull’attenta analisi del rapporto del MdF con la prevenzione, la comunicazione, l’immigrazione, le nuove tecnologie e l’ambiente, ha continuato a dimostrare la posizione di rilievo che acquisisce tale figura professionale all’interno di una “rete comunicativa” che deve essere necessariamente costruita a misura di paziente.

Doriana Dipasquale

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Redazione

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