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La protesta dei sindaci a Punta Secca: “Non ci fidiamo più di Renzi”

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Piazza Torre, a Punta Secca, ha fatto da cornice al raduno dei rappresentanti dei comuni iblei, per denunciare forte e chiaro il disagio dei Sindaci a poter garantire i servizi indispensabili alle città, per responsabilità ormai accertata del governo centrale. “Non ci fidiamo più dei proclami del Presidente del Consiglio. A dispetto di quanto va affermando, le tasse stanno strangolando l’economia reale del paese e, la crisi, non risolta, il governo di Roma la sta facendo pagare agli enti di prossimità. Questa è una crisi istituzionale senza precedenti” dichiara Giovanni Iacono, presidente del Consiglio comunale di Ragusa, promotore in provincia dell’iniziativa odierna. Ricordiamo che a cadenza settimanale altre mobilitazioni si avranno in altri centri della provincia iblea. Ha fatto gli onori di casa il sindaco di Santa Croce Camerina, Franca Iurato, dichiarando nel suo breve discorso di benvenuto alle autorità presenti, che bisogna invertire il trend: “Non  possiamo andare avanti in queste condizioni, navighiamo a vista, senza riuscire a programmare niente, perché non abbiamo certezze dei trasferimenti dello stato e quindi della Regione. Noi siamo il front-office, per conto di un governo centrale che è sordo a qualsiasi grido di dolore”. Erano presenti in massa tutte le amministrazioni comunali dell’area iblea, con in testa il sindaco di Ragusa Piccitto, quello di Giarratana Giaquinta, quello di Ispica Rustico e quello di Chiaramonte Gulfi Furnaro. In rappresentanza degli altri comuni c’erano l’assessore Vittorio Ragusa (Comiso), l’assessore Ettore Campagnolo (Acate), l’assessore Orazio Di Giacomo (Modica), l’assessore Bruno Iapichino (Monterosso Almo). Presenti quasi tutti i Presidenti dei vari Consigli Comunali, compreso quello di Santa Croce, Maria Zisa.

Il manifesto di questa mobilitazione è racchiuso in tre punti essenziali: NO alla cancellazione dei trasferimenti da parte della Regione; i comuni Iblei non vogliono rispondere dei fallimenti altrui; NO alla decurtazione dei trasferimenti da parte dello stato; i comuni Iblei non possono pagare da soli gli effetti della crisi. NO allo scarico, da parte della Regione e dello stato sulle spalle dei Comuni Iblei, della pressione fiscale sui cittadini; la politica dello scaricabarile non può essere attribuita agli Enti Locali (vedi IMU agricola). Insomma, per la prima volta, si è vista una protesta plateale verso un governo che non ascolta, messa in atto da Sindaci di tutti i colori politici “senza se e senza ma”. Questo è un messaggio univoco che si vuole dare ai politici romani, non è più tempo di chiacchiere, bisogna agire e farlo in fretta e con buonsenso.

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Redazione

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