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Ordine pubblico, secondo il nostro sondaggio cittadini preoccupati: ecco alcune riflessioni

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La settimana scorsa abbiamo lanciato un sondaggio relativo alla sempre attuale questione “ordine pubblico”. Ebbene, il risultato è stato una conferma di quello che è il sentore comune: l’insicurezza è ritenuta dai cittadini una priorità da affrontare subito e con strumenti adeguati. Con il nostro sondaggio, che non ha valore scientifico, volevamo semplicemente riportare un disagio che la cittadinanza vive quotidianamente. Anche i commenti a margine dell’articolo di presentazione dell’inchiesta, hanno fotografato una realtà che è vissuta con apprensione. Le forze dell’ordine fanno tutto il possibile per arginare il fenomeno delinquenziale, ma forse ci sarebbe bisogno di altro. Cosa fare? Non è compito nostro trovare soluzioni al problema, per questi compiti ci sono le autorità preposte; noi possiamo solo riportare le notizie di cronaca, sentire la gente e segnalare le problematiche. Ad esempio: le statistiche dicono che su dieci reati consumati nel nostro territorio ben nove sono ad opera di immigrati. La crisi economica che ha colpito in particolar modo il nostro territorio, legato soprattutto al comparto agricolo, ha acuito i bisogni di certi strati di popolazione, residente e non. Con questo non vogliamo giustificare niente e nessuno, ma semplicemente cercare di capire il perché di questo aumento esponenziale di reati comuni, come gli scippi, i furti nelle abitazioni e nei magazzini agricoli. Un capitolo a parte meriterebbe lo spaccio di sostanze stupefacenti, negli ultimi tempi in grande espansione: perché se c’è chi spaccia, ci sarà pure chi acquista. Questo è un fenomeno che bisognerebbe attenzionare con molta cura e solerzia prima che degeneri. Il sindaco, in una conferenza stampa, ha sottolineato anche una cura particolare al decoro urbano (che poi sarebbe un problema secondario rispetto a tutto il resto), le quantità impressionante di bottiglie di vetro vuote lasciate ovunque e le condizioni di vivibilità di alcuni cittadini stranieri, che abitano in tuguri fatiscenti su cui lucrano alcuni nostri compaesani. Queste abitazioni vanno controllate e se non posseggono i requisiti minimi di abitabilità, vanno sgomberati e chiuse.

Salvo Dimartino

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