Un gesto vile e ingiustificabile ha colpito una sepoltura del cimitero di Santa Croce Camerina: dalla lapide è stato sottratto un numero identificativo. Un atto che, oltre al danno materiale, rappresenta una profonda mancanza di rispetto verso la memoria dei defunti e il dolore di chi resta. A denunciare l’accaduto è un familiare, che ha deciso di affidare a una lettera aperta la propria amarezza e il proprio sdegno.
Lettera aperta a chi ha profanato la tomba di mia madre
Con profonda amarezza e disappunto mi trovo a scrivere queste righe, dopo aver scoperto che sulla tomba di mia madre è stato rubato un numero identificativo, evidentemente sottratto per essere riutilizzato altrove.
Non riesco a trovare giustificazioni per un gesto tanto meschino quanto irrispettoso. Chiunque tu sia, hai deciso che il bisogno di un “numero” giustificasse il profanare il luogo sacro dove riposa una persona amata, una madre, una donna che ha avuto una vita, una storia, degli affetti.Hai tolto qualcosa non solo da una lapide, ma dalla memoria e dalla dignità che ogni essere umano merita anche dopo la morte.
Il cimitero dovrebbe essere un luogo di silenzio, rispetto e raccoglimento. Un luogo dove il dolore trova quiete, non rabbia. Invece, oggi, mi trovo costretto a difendere la memoria di mia madre da atti che definire “vandalici” è riduttivo: sono gesti che offendono la dignità umana.
Non so chi tu sia, né probabilmente lo saprò mai. Ma spero che almeno queste parole possano toccarti, anche solo per un istante. Perché chi ruba in un cimitero, forse, ha dimenticato cosa significa avere rispetto. Non solo per i morti, ma anche per i vivi.
Lettera firmata