Nelle acque antistanti Punta Secca, a circa 17 metri di profondità, i soci del Centro Subacqueo Ibleo Blu Diving hanno recuperato una rete da pesca abbandonata, conosciuta come “rete fantasma”. L’operazione, resa possibile grazie alla segnalazione di alcuni pescatori, si è svolta in condizioni ideali di mare calmo e ottima visibilità.
«Abbiamo trovato la rete aggrovigliata su se stessa e per liberarla abbiamo dovuto tagliare alla base le cime che affioravano dalla sabbia» spiega Maurizio Buggea del Centro Subacqueo Ibleo Blu Diving. «Sicuramente parte del materiale rimane ancora sommerso, ma era importante intervenire subito per ridurre i danni all’ambiente marino».
Buggea sottolinea la pericolosità delle reti fantasma: «Soffocano i fondali, desertificano interi ecosistemi e, con il tempo, si sminuzzano rilasciando microplastiche. Se una volta le reti erano realizzate in fibre naturali come cotone o canapa, oggi invece prevalgono le fibre sintetiche derivate dalla plastica, molto più resistenti ma anche molto più inquinanti».
Il recupero effettuato al largo di Punta Secca rappresenta quindi un intervento significativo nella tutela del mare e della biodiversità locale.