Home News Attualità Criminalità piaga sociale, Mandarà rilancia: “Le forze dell’ordine non bastano, i cittadini denuncino”
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Criminalità piaga sociale, Mandarà rilancia: “Le forze dell’ordine non bastano, i cittadini denuncino”

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“Con la Regie Patenti del 13 luglio 1814, integrate con altre emanate il 15 ottobre 1816, il re di Sardegna Vittorio Emanuele I di Savoia istituì i carabinieri Reali, un corpo armato che aveva compiti sia civili (ordine pubblico) che militari (difesa della patria). Oggi con la stessa dedizione, ma con una maggiore determinazione, lavorano tanto e spesse volte il loro lavoro non viene riconosciuto o sostenuto da leggi che tutelano più i malviventi che i principi di giustizia e legalità”. Comincia così la nota di Salvatore Mandarà, che pone l’accento sullo strepitoso lavoro delle forze dell’ordine e richiama i cittadini santacrocesi alla responsabilità: ” I carabinieri devono avere sempre un contegno distinto, urbano, fermo, dignitoso e calmo oltre che umano. Questi capisaldi si scontrano con realtà che spesse volte e fatta di microcriminalità che non dà sicurezza ai cittadini e alle famiglie, dove gli scippi, le rapine, le ruberie di ogni genere, lo spaccio di sostanza stupefacenti diventano oggi “pratica quotidiana” di cittadini extracomunitari ma integrati con il tessuto socio-economico di una città in crisi economica e di valori, dove l’illegalità diffusa è in piena. In via Caucana, Piazza degli Studi, Largo Fontana, nell’area dove insistono le strutture sportive S. Rosalia, non bastano i controlli, i fermi, i sequestri di autovetture e motorini senza bollino assicurativo che in questi giorni i carabinieri di S.Croce Camerina, coadiuvate da quelli di Ragusa, hanno perlustrato un intero territorio. Tutto ciò non basta! Serve anche la collaborazione di tutti quei cittadini onesti che hanno il dovere civico di segnalare e denunciare, solo così possiamo riottenere la Santa Croce degli anni ’80 dove fino a notte a tarda la “strada di vittoria”, Viale della Repubblica, “la strada Larga”, e Piazza Vittorio Emanuele II erano l’agorà di una S.Croce ridente”.

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