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Dal controllo del diario a quello di Facebook per tenere a bada i figli: ma è meglio parlarci di D.Dipasquale

di Redazione 15 Aprile 2014 94 2 min di lettura
 Dal controllo del diario a quello di Facebook per tenere a bada i figli: ma è meglio parlarci di D.Dipasquale

Sfogliare il diario dei figli oggi non basta. Per le nuove generazioni i social network costituiscono, infatti, lo strumento di massima espressione attraverso il quale condividere emozioni, pensieri e sfoghi personali con i propri amici. Tuttavia questo nuovo modo di interagire con il mondo esterno, rimane ancora per moltissimi adulti ambiguo e incompreso, oltre ad essere motivo di preoccupazione e ansia per quei genitori che vedono i figli sfuggire al loro totale controllo. Insegnare al ragazzo come muoversi nel mondo è sempre stato compito dell’adulto, ma oggi con la nascita di un mondo virtuale, all’interno del quale i genitori si muovono a tentoni, tale prospettiva si è totalmente ribaltata. Questi però  non si rassegnano, e se prima erano disposti a rovistare nelle camere dei figli in cerca di un diario, adesso non possono fermarsi dinanzi ad una pagina Facebook che potrebbe rivelarsi la più preziosa fonte di informazione circa la vita privata di ogni adolescente.

Violare la privacy dei figli appare a volte l’unico modo per controllarli e proteggerli dalla Rete, ma tale comportamento aumenta in loro esclusivamente la sfiducia nei confronti di quei genitori che, contrariamente, divengono maggiormente ansiosi interpretando le informazioni in maniera errata. Per tutelare gli adolescenti esistono metodi più civili e oggi si parla di Media Education, un nuovo approccio educativo che sviluppa nei giovani la capacità di accostarsi alla rete con sufficiente criticità e responsabilità,  proteggendosi da incontri virtuali ritenuti spiacevoli. Tuttavia,  il “dialogo” rimane ancora tra i metodi più efficaci in assoluto. Parlare con i figli, dimostrarsi aperti e complici consentirà a educarli e raccomandarli senza che ciò venga percepito come un rimprovero, oltre a ricevere da loro una delle ricompense più gratificanti: “essere ascoltati”.

Doriana Dipasquale

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4 Comments

  • fabio says:
    16 Aprile 2014 at 08:48

    Credo che andare a spiare nel diario , nei profili facebook o dei vari social network , sia la cosa più vigliacca e squallida che si possa fare. Oltre ad aumentare (giustamente) il senso di sfiducia , aumenta anche la chiusura dei propri figli.
    Non credo proprio che mio figlio si apra con me dopo che ho spiato nelle sue cose private.
    Ci sono metodi molto più eleganti e seri di controllare i figli. Quello della violazione della privacy è il gesto più orrendo e vigliacco che un genitore possa fare!!!!

  • Elettra says:
    16 Aprile 2014 at 15:09

    Spiare e violare la privacy altrui , è il gesto più subdolo e ignobile che possa mai esistere !!!!

  • Santacrocese says:
    16 Aprile 2014 at 21:40

    Ma smettiamola ma quante volte avrei dovuto denunciare i miei genitori per violazione della privacy? Invece li ringrazio da sempre…i metodi educativi moderni sono diventati così estremamente opposti ai tempi passati da sfociare nella reale incapacità a svolgere il proprio ruolo e assumersene le responsabilità .

  • Ludovica says:
    17 Aprile 2014 at 08:27

    Quindi andare a spiare nelle cose private dei figli sarebbe educativo? Complimenti, bel senso di sfiducia che trasmettiamo ai nostri figli. Spiare e violare la privacy altrui è da sempre stato gesto di vigliaccheria!

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