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La chirurgia estetica per darsi un’identità: un tentativo spesso fallimentare MODA E TENDENZE

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L’adolescente abita dentro un’immagine di se stesso non ancora completamente costruita, ossia continua a sentire l’immagine di se stessa/o in continua trasformazione. In molti casi l’incertezza della propria immagine, insieme a una certa insicurezza e dubbiosità ossessionante, lo spinge a identificarsi in modo specifico emulando alcuni personaggi che sembrano migliori di lei/lui. Una certa top-model rappresenta per una ragazzina la salvezza della propria femminilità. Molte adolescenti tentano di assomigliare a certe ragazze fisicamente iper-dotate, magre, alte e slanciate e così cercano di dimagrire a più non posso. L’idea di sentirsi molto simili, esteticamente, a specifici personaggi fa sentire migliore l’immagine di sé. Invece di attendere per familiarizzare con il proprio corpo, decidono di agire d’impulso una specie di fuga in avanti, ricorrendo, quando possono, alla chirurgia estetica. In questo modo, cancellano parti di sé che non gradiscono ma in tal modo s’abituano magicamente a negare i limiti e le difficoltà in genere della vita senza concedersi lo spazio necessario per accettare se stessi.

La chirurgia estetica però può indurre alcune ragazze in crisi di identità e, a volte, alla disperazione quando non si riconoscono in quel volto mutato. Ci sono però casi nei quali effettivamente anche parenti e genitori riconoscono che alcuni difetti dei figli, specialmente se ci si riferisce a ragazze, vanno eliminati. I genitori, quindi, in taluni casi insieme ai medici, sono consenzienti o addirittura promuovono particolari interventi estetici specialmente quando questi contribuiscono non solo al miglioramento dell’autostima, ma anche coincidono con il miglioramento della salute fisica. Un tempo era abbastanza normale correggere in una bambina/o una dentatura nata male. Naturalmente le decisioni di cambiamento chirurgico dovrebbe dipendere dalla valutazione congiunta tra desiderio dell’interessata/o, medici e parenti sull’opportunità medico-psicologica di quel specifico intervento, ma considerando che viviamo in un mondo dove la visibilità ha creato un contesto-cornice che influisce molto sulla psiche penso che sia sensato considerare che certi complessi dell’adolescente potrebbero essere eliminati con un intervento opportuno attuato senza impulsività. L’intervento estetico deve avere un fine che promuove un’alternativa a un difetto fisico quasi inaccettabile e comunque compromettente la qualità della attuale e futura vita del ragazza/o. Non incoraggerei la pronta modifica del proprio aspetto fisico come un necessario cambiamento quasi automatico, perché questo, nonostante l’epoca tecnologica nella quali viviamo, può creare nella mente del giovane onnipotenti e irriducibili illusioni sullo stile di vita quasi robotico basato sull’apparire-sparire ciò che piace e non piace. Negli ultimi anni vediamo donne finte, siliconate, assolutamente non naturali. Non c’è più nulla di autentico in queste bellezze omologate, vere e proprie “bambole” che con la famosa Barbie hanno in comune non solo le forme, ma anche la riproducibilità e l’artificialità dei materiali.

Sara Hassen

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