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Ragusa, lavorano i campi e vengono violentate nel silenzio: l’ultima frontiera delle donne rumene

di Redazione 4 Ottobre 2014 198 4 min di lettura
 Ragusa, lavorano i campi e vengono violentate nel silenzio: l’ultima frontiera delle donne rumene

“Possono prendere il mio corpo. Possono farmi tutto. Ma l’anima no. Quella non possono toccarmela”. Alina mi indica un locale in mezzo alla campagna. “Lì dentro succede tutte cose possibili”. È uno dei pochi edifici che interrompe la serie infinita di serre. Il bianco dei teli di plastica va da Acate a Santa Croce Camerina. Siamo a sud di Tunisi, terra rossa e mare azzurro che guarda l’Africa. Siamo nella “città delle primizie”, uno dei distretti ortofrutticoli più importanti d’Italia. Il centro di un sistema produttivo che esporta in tutta Europa annullando il tempo e le stagioni. Gli ortaggi che altrove maturano a giugno qui sono pronti a gennaio. Un miracolo chimico che ha ancora bisogno di braccia…”

Riportiamo brevemente, qui sopra ed a seguire, uno stralcio della clamorosa inchiesta pubblicata a metà settembre dall’Espresso, firmata da Antonello Mangano, dal  titolo ‘Violentate nel silenzio dei campi a Ragusa. Il nuovo orrore delle schiave rumene’. “Cinquemila donne lavorano nelle serre della provincia siciliana. Vivono segregate in campagna. Spesso con i figli piccoli. Nel totale isolamento subiscono ogni genere di violenza sessuale. Una realtà fatta di aborti, “festini” e ipocrisia. Dove tutti sanno e nessuno parla…”. Questo reportage, per nulla sintetico, ma piuttosto volutamente particolareggiato, ci chiama in causa senza esclusione di colpi, accusa infatti anche il territorio santacrocese e le istituzioni che sembrano tacere, in primis, di fronte ai presunti (la cautela è d’obbligo in questi casi) sfruttamenti ed abusi sessuali ai danni delle ragazze rumene impiegate come operaie nei campi. Uno scenario quello illustrato da Mangano, oltre i limiti dell’immaginazione. I dettagli a tratti orrendi, illustrati nell’articolo nella sua versione integrale, contribuiscono a percepire chiaramente questa vicenda come una vergogna ragusana. Dalle nostre aziende agricole, proprio dalle campagne e da questo presunto sfruttamento, si ricava buona parte dell’ortofrutta italiana che vanta anche marchi e sigilli di qualità e che tra l’ altro, per quanto ci riguarda, potrebbero portare presto il nome del Commissario di polizia più famoso e chiacchierato d’Italia. “Fanno pensare all’Isis” interviene Mila Spicola, vice segretario del Pd siciliano e renziana, alla notizia delle violenze sulle donne. E attraverso la sua pagina Facebook dialoga con la vasta platea indignata di siciliani e non. Pretende nell’immediato un’azione politica: «Chiedo al mio partito a Ragusa – aggiunge la Spicola – di convocare quanto prima un incontro di riflessione e di azione, perché è una ferita su cui una comunità deve interrogarsi, anche come comunità politica. Dove siamo? Dobbiamo stare là dove sono i problemi e dobbiamo conoscere le “cose che tutti sanno e tutti tacciono” per urlare contro e agire, prima ancora della stampa, per denunciare, prevenire, sanare non per trovarci ancora una volta a commentare». Buono e giusto il suo intento e le sue richieste, ma il Pd riuscirà a fare chiarezza? Quali saranno le reazioni delle amministrazioni locali che avranno il compito di verificare attraverso gli organi di competenza e rispondere alle tremende accuse? La Spicola per il nostro giornale ha aggiunto in queste ultime ore una dichiarazione in esclusiva: “Mi sono consultata con la senatrice Venerina Padua, vorremmo organizzare un’iniziativa proprio a Ragusa. Divisioni locali permettendo!”. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi dell’ intera vicenda che preoccupa e indigna l’opinione pubblica perché ha portato la nostra provincia agli onori della cronaca e stavolta non si tratta di un episodio televisivo della fortunata serie tv del Commissario Montalbano. Si è come alzato un telo, di plastica bianca, dalle serre appunto, da quello che fino ad ora non si è voluto o potuto vedere.

Giusy Zisa

Clicca quì per leggere l’articolo dell’Espresso “Violentate nel silenzio dei campi a Ragusa“

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2 Comments

  • santacruciaro says:
    4 Ottobre 2014 at 16:49

    dovrebbero mettere in carcere chi fa questo e buttare via la chiave mi vergogno da italiano a sentire queste cose

  • Giovannella says:
    5 Ottobre 2014 at 08:16

    Che schifo!!! Sono disgustata da tutta questa vergogna che succede tutti i giorni e ovunque!!!!!

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