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Avis, il presidente regionale Mandarà taglia traguardo delle 150 donazioni

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Molteplici possono essere le motivazioni che hanno portato ciascuno dei donatori AVIS alla decisione di far dono del proprio sangue. Il dono del sangue è sempre un’esperienza di vera solidarietà, di notevole valore civico ed etico, un gesto di grande generosità, che permette di salvare tante vite umane. L’Associazione Volontari Italiani del Sangue è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale costituita da oltre un milione di volontari che donano gratuitamente, periodicamente e anonimamente il proprio sangue, emocomponenti, emoderivati e dalle loro associazioni. Quella di ieri è stata una domenica ricca di donazioni nella piccola, accreditata e certificata unità di raccolta a Santa Croce Camerina.

È arrivata, attesa e partecipata, pure la 150esima donazione per Salvatore Mandarà, il presidente dell’Avis Regionale Sicilia. Quest’ultimo ha ricordato che se oggi una donazione può aiutare la vita di qualcuno, domani, anche grazie all’effetto “virale” del suo esempio e di quello di molti altri, questo gesto potrà essere restituito e salvare la nostra di vita. Anche Fabio Emmolo, presidente della locale Avis, era presente ieri mattina: “Abbiamo fatto solo il nostro dovere, sia come donatori che come dirigenti. E’ mio orgoglio poter dire che in tutto quello che abbiamo fatto negli ultimi anni, ci abbiamo messo il cuore”. Tutti i donatori della sede camarinense sono sempre assistiti con professionalità e impegno da uno staff efficiente e operativo, composto dal  dottore Pippo Brullo e dagli infermieri Tina Occhipinti, Alessandro Casabona e Claudia Elia. In questi ultimi anni l’Avis di S.Croce ha conosciuto momenti di notevole crescita sotto vari aspetti, basti ricordare che si sono festeggiati lo scorso gennaio i suoi “primi trenta anni” di attività. Per ognuno dei donatori scegliere di donare è una buona occasione per dimostrare la propria sensibilità e il proprio senso di partecipazione alla vita oltre che tutelare contemporaneamente la propria salute. Oggi più che mai la comunità santacrocese, “segnata” nella sua identità, ha sicuramente bisogno di questi gesti.

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