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Ragusa, case a luci rosse e sfruttamento della prostituzione: 5 denunce

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Indagini della Polizia di Stato, partite nel 2012 e terminate nel 2014, hanno consentito di scoprire a Ragusa un giro di prostituzione e di denunciare per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione cinque persone: tre ragusani di 65, 53 e 45 anni ed una coppia di colombiani di 40 e 34 anni. L’indagine ha avuto inizio da uno dei controlli della Squadra Mobile a cui alcuni cittadini, esasperati da un continuo andirivieni, si erano rivolti. Il controllo faceva emergere sin da subito che l’attività non era occasionale ma doveva per forza avere una struttura più solida alle spalle. Il giro d’affari era impressionante: migliaia di euro al mese sia per gli organizzatori che per le prostitute o gli uomini dediti alla prostituzione.

Il modus operandi era molto semplice: i cinque denunciati, con la complicità di altri proprietari immobiliari insospettabili di Ragusa, avevano organizzato tutto. Ognuno di loro aveva dei compiti: chi procurava le case e faceva contratti d’affitto a proprio nome, chi aveva la disponibilità degli appartamenti ed era a conoscenza dell’attività di meretricio, chi curava l’aspetto degli annunci sui siti specializzati, chi invece andava prendere le prostitute all’aeroporto di Catania per poi accompagnarle nelle case del piacere create ad hoc. Il ricambio era settimanale o bisettimanale così i clienti rimanevano sempre soddisfatti trovando sempre “merce” nuova.

Nel 2014 le case sottoposte a controllo sono state 14, con l’immediata chiusura ed il deferimento all’Autorità Giudiziaria dei responsabili di tale illecita attività. Le cinque persone che sono state oggetto d’indagine della Squadra Mobile dovranno rispondere del grave reato di sfruttamento della prostituzione e le abitazioni da loro utilizzate sono ancora oggetto di approfondimenti investigativi per un eventuale sequestro ai fini della confisca. Durante le attività d’indagine sono stati identificati oltre 400 clienti e sequestrati centinaia di preservativi ed oggetti utilizzati per i rapporti sessuali più trasgressivi. “La Polizia di Stato continua a chiedere la collaborazione dei cittadini, basterà venire presso gli uffici della Squadra Mobile o contattare il 113 per fare le segnalazioni in tempo reale, permettendo così un tempestivo intervento, spesso determinante per sconfiggere il crimine”.

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