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Turismo e accoglienza gastronomica “Al posto giusto”: arancine e tradizione

by Redazione 11 Settembre 2016 548 4 min di lettura
 Turismo e accoglienza gastronomica “Al posto giusto”: arancine e tradizione

A Punta Secca c’è chi riesce pure a fare turismo fai da te. Accade settimanalmente con gite organizzate nei mitici luoghi del commissario Montalbano, che diventano poi percorsi eno-gastronomici, con tappa da “mpa nzulu”. E proprio “Al posto giusto” possono degustare pane casareccio, pizze, focacce con broccoli, ma anche con pomodoro capuliatu, patate e prezzemolo, patate e salsiccia, spinaci e uva passa. E poi per gusti più tradizionali santacrocesi, i famosi “testi i turchi” con ricotta, salsiccia, formaggio e prezzemolo. Per poi finire con gli arancini multi-gusto con il profumo e il sapore della tradizione siciliana. Anche questa è accoglienza…

Arancina di Montalbano: tutto sulla specialità simbolo della “casa” di Punta Secca

Forse è diventato un orgoglio tutto italiano. Il mitico arancino mangiato dal Commissario Montalbano è diventato il piatto più richiesto in Sicilia. Attribuito prima ai catanesi, l’origine di questa ricetta sembrerebbe tutta palermitana. Anche se non si è del tutto certi, visto che è sconosciuta la provenienza dell’inventore, sicuramente saraceno. Quello che è certo è che era un piatto popolare, fatto per durare a lungo, sperimentato originariamente in questa strana “palla” con del riso fatta friggere nell’olio, mentre il pomodoro non era ancora stato “scoperto”. Eh già perché l’originaria forma dell’arancino non è quella famosa, a cono, ma quella sferica. Furono poi i cuochi della corte di Federico II a introdurre la panatura, che conservava meglio sia il riso che il ripieno. Grazie alla ricetta “definitiva”, infatti, fu conciliata la bontà col risparmio. Riso, pan grattato, e poco altro. I catanesi però hanno dato senz’altro una marcia in più a questo piatto, conferendogli, oltre ai diversi e molteplici ripieni, anche l’ormai classica forma a cono, come detto prima, che in realtà è una forma ispirata al nostro Vulcano. A proposito di campanilismo, c’è un’altra diatriba su questo piatto: il nome. Arancina o arancino e, quindi, arancine o arancini? I Siciliani “occidentali” sono forti sostenitori dell’appellativo al femminile, perché, dicono, è il diminutivo di arancia. Questo nome è confermato anche dagli storici, benché nei dizionari italiani compaia il termine arancino, al maschile, appellativo sostenuto dagli Etnei. Adesso invece gli arancini più conosciuti sono quelli del Commissario Montalbano, decantati in un romanzo di Andrea Camilleri letto da milioni di persone e mangiati da Luca Zingaretti nella veste di attore protagonista.

Ma adesso, per tutti coloro che non hanno la ricetta e le dosi, ecco come fare. Gli ingredienti per circa gr. 500 di riso sono: gr. 400 di carne tritata, gr. 400 di piselli freschi, 2 uova, 100 gr. di formaggio pecorino, 500 gr pomodori da salsa, estratto di pomodoro, sedano tritato, prezzemolo tritato, cipolla bianca, olio, sale, pepe. Il procedimento prevede: per ottenere il condimento lavare il prezzemolo ed il sedano, tritarli finemente assieme alla cipolla, mettere tutto in un tegame con un filo d’olio, la carne tritata ed il sale necessario. Fare rosolare almeno per dieci minuti poi mettere i piselli e fare cuocere a fuoco lento mescolando spesso. Occorre raggiungere per il condimento una consistenza piuttosto densa perché altrimenti le arancine si apriranno durante la frittura. Pepate a piacere. Lessare il riso in una pentola con acqua salata q.b.; sgocciolarlo al dente e lasciarlo raffreddare per almeno cinque minuti; mescolarlo quindi con le uova ed un cucchiaio di farina bianca e lasciarlo riposare ancora per altri cinque minuti. Fare all’interno delle proprie mani disposte a conca delle mezze palline ben compatte e introdurvi il ragù preparato precedentemente e ormai ben freddato. Chiudere la pallina con la metà mancante e compattarla bene con le mani. Passarla poi nell’uovo sbattuto e nel pane grattugiato. Friggere le arancine così prodotte in una padella con olio ben caldo e quando sono dorate porle su carta da cucina e servirle calde.

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