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Dalla Vigor al Canton Ticino: Cabibbo vice-allenatore nella Serie A svizzera

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Salvatore Cabibbo
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“Tra Como e Massagno ho trovato la mia dimensione. Faccio sostegno a scuola, alleno una formazione Under 20 (la Comense, ndr) e da un paio d’anni sono assistant coach nel Canton Ticino. Nostalgia della Sicilia? Qui mi sento realizzato”. Salvatore Cabibbo è a Ragusa. Solo di passaggio. Assieme al Basket Massagno, la sua nuova squadra, sta partecipando al terzo Memorial Matteo Ancione con Agrigento e Trapani, due formazioni che militano nella serie A2 di basket. A Totò, in Svizzera, va persino meglio. Da giugno, infatti, è il vice di Robbi Gubitosa in Serie A. Massagno è un paesino di 6mila anime, a un quarto d’ora da Lugano. La stessa Lugano dove Cabibbo, nel maggio scorso, sfiorò la finale scudetto coi Tigers: “Abbiamo perso gara-4 di semifinale, in casa, a 2 secondi dalla sirena contro Monthey, che poi vincerà gara-5 e il titolo. E’ stata un’esperienza professionale molto proficua assieme a coach Nicola Brienza che mi ha voluto al suo fianco”. Brienza è diventato assistant coach di Di Carlo a Capo d’Orlando, Totò si è spostato un po’ più a nord e trasferisce nozioni di pallacanestro a un gruppo molto eterogeneo, con parecchi americani.

“Il campionato – ci spiega – comincerà domenica 1 ottobre in casa contro Losanna. Il nostro è uno dei budget più bassi di tutta la lega, ma vorremmo entrare nelle prime otto e disputare i playoff. Una cosa positiva è che in Svizzera non si retrocede”. Ce lo ricordiamo Cabibbo con indosso, per anni, la maglia della Vigor Santa Croce. Un allenatore in campo, un playmaker “operaio”, ammirevole per sacrificio e lettura della partita. Ha lasciato la Sicilia nel 2012 per motivi di lavoro: “I primi sei mesi a Cantù ho insegnato Educazione Fisica, ma non ho più rimesso piede sul parquet. Grazie a Gianni Lambruschi (ex allenatore di Virtus Ragusa e Passalacqua, ndr) sono riuscito a inserirmi in una squadra di Como. Ci sono rimasto per quattro anni fino alla chiamata in Svizzera. Dopo l’anno positivo a Lugano, eccomi a Massagno. E’ una società con grande etica del lavoro, con bravi allenatori che negli anni sono riusciti a tirare su parecchi giovani. Se ci troviamo in Serie A è proprio merito dei giovani”. Ma quanto vale una Serie A svizzera rispetto all’Italia? “Il nostro è un livello un po’ più altino della “vostra” A2, anche perché possiamo schierare a referto quattro stranieri anziché due. Il basket elvetico, però, non lo conosco ancora abbastanza”.

Nella gara d’esordio nel Memorial, ieri contro Agrigento, è arrivata una sconfitta in volata contro Agrigento di Franco Ciani. Totò fino alla fine si è ribellato alla sconfitta, cercando di infondere ai suoi ragazzi la grinta necessaria: “Anche in panchina mi porto dietro lo spirito del giocatore, credo sia fondamentale”. Rientri difensivi, raddoppi sul palleggiatore, spaziature: è cambiata la prospettiva, ma Cabibbo è rimasto quello di sempre. La sua predisposizione al sacrificio, quella dote innata di dare l’esempio ai più giovani, lo rende inevitabilmente il compagno di squadra “perfetto”. Anche dalla panchina.

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