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A Vittoria vertice fra istituzioni locali: “Problema agricoltura approdi a Roma”

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Sindaci e presidenti del Consiglio a rapporto per dare risposte agli agricoltori in crisi. Ieri pomeriggio, il primo cittadino di Vittoria Giovanni Moscato ha convocato a palazzo Iacono numerosi rappresentanti istituzionali. All’incontro, a cui hanno partecipato anche i componenti del Comitato Anticrisi Agricoltura, c’erano anche il sindaco di Santa Croce Camerina, Giovanni Barone, e il presidente del Consiglio comunale, Piero Mandarà. Poi i rappresentanti di numerose città siciliane della Sicilia orientale: Monterosso Almo, Chiaramonte Gulfi, Pozzallo, Avola, Niscemi, Canicattì. “Il sostegno al comparto agricolo – ha dichiarato Moscato – deve tornare nell’agenda del governo nazionale, bisogna ridiscutere i trattati europei che hanno penalizzato la nostra agricoltura. L’interlocuzione con la Regione ha prodotto i primi risultati: Musumeci ha anticipato che incontrerà il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e il presidente dell’Inps, Tito Boeri, per la questione delle cartelle esattoriali”.

“Ma non ci si può fermare – ha aggiunto il sindaco di Vittoria – la battaglia deve arrivare a Roma. La nostra agricoltura dà lavoro ad oltre 100.000 unità: si tratta della più grossa industria del territorio e pretendiamo che questa crisi venga trattata come una vera e propria emergenza nazionale. Noi sindaci abbiamo il dovere di far giungere la voce dei produttori al governo nazionale, che deve assumersi le proprie responsabilità. Assieme ai produttori e ai colleghi sindaci abbiamo deciso di portare avanti alcune iniziative che comunicheremo a breve, appena saranno definite nel dettaglio. Noi sindaci avvertiamo la responsabilità di rappresentare e tutelare la nostra gente e, come abbiamo detto più volte, questa battaglia va condotta tutti assieme”.

Non è stato tenero il commento del sindaco di Santa Croce, Giovanni Barone, in merito all’impegno di Bruxelles per l’agricoltura e l’economia siciliana: “100.000 siciliani a rischio reddito di sopravvivenza, pomodorino a 40 centesimi, tonnellate e tonnellate di ortofrutta invenduta, migliaia di produttori “non bancabili”, case e aziende all’asta e altro… che ometto di menzionare. Eppure, qualcuno che scalda la sedia a Bruxelles, ha fatto sapere che non ricorrono le condizioni per dichiarare lo stato di crisi del mercato interno”. Non è esclusa una manifestazione a Roma per esternare la delusione e la rabbia che in questi mesi, e ormai da anni, pervadono chi vive di agricoltura.

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