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Cunti e proverbi di Pippo Di Noto: incontro a Ragusa col poeta bilingue

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Il centro di aggregazione culturale di Amedeo Fusco, ha ospitato, sabato 1 giugno, a Ragusa l’evento “Incontro con l’autore”. A curare la rassegna letteraria, la professoressa Maria Antonietta Vitale che ha dialogato con il vittoriese Pippo Di Noto, poeta bilingue nonché attore e ampiamente noto negli ambienti culturali, iblei e non. Scopo dell’incontro è stato evidenziare l’importanza che il dialetto riveste nella nostra società attraverso la poetica di Di Noto che da anni produce poesie, dal 1990 fino alla sua ultima opera di fine 2017 dal titolo “Tenni a mari”. “Sembra umoristico parlare dell’uso del dialetto – ha precisato la professoressa Vitale – che invece è una lingua, un idioma che fa emergere fuori i valori delle cose che stanno dentro di noi. E’ qualcosa che ci appartiene, collega il passato al presente, da spazio alla vera comunicazione ed esprime sensazioni profonde di ciascuno”.

Un’introduzione all’attività poetica di Pippo Di Noto che spazia su temi molto ampi, diluendosi dalla storia locale, ai proverbi, ai “cunti”, senza tralasciare i ricordi più cari, legati alla famiglia d’origine, alle radici. “Il ricordo e la memoria – ha rilevato la Vitale – dove la memoria racchiude i fatti del passato mentre il ricordo diventa qualcosa di personale”. Quello che emerge dalla lettura delle poesie di Pippo Di Noto, infatti, è la continua ricerca linguistica e stilistica, perché scrivere in dialetto siciliano, ovvero trasferire su carta il linguaggio parlato, è una cosa, invece scrivere in lingua siciliana, utilizzando la stessa accuratezza linguistica che si adopera per l’italiano scritto, è qualcosa di totalmente diverso. Proprio questo studio approfondito della lingua siciliana, che lo stesso poeta ha confermato, grazie, anche, all’apporto di alcuni poeti amici (Cultrera, Lauretta, ecc.) divenuti suoi mentori, gli permette di avere un approccio con la poesia altamente ricercato, ricco di figure retoriche. Alcune fra le sue più suggestive poesie sono state lette dal padrone di casa, Amedeo Fusco, e da Fabio Messina, anch’esso poeta dialettale, di Palazzolo Acreide, con il quale l’autore intrattiene da tempo rapporti collaborativi di natura culturale, fra cui un cortometraggio “Amiantu” in cui si affronta un grave problema sociale legato alle morti per mesotelioma che hanno colpito e colpiscono i lavoratori che per anni, a causa del loro lavoro, hanno respirato amianto.

Vi è stato, inoltre, un breve intervento di Gianni Guastella, leader dei Taleh, che col suo gruppo hanno musicato alcune poesie di Pippo Di Noto facendole diventare canzoni. Lo stesso Di Noto ha letto delle sue poesie legate ai propri affetti familiari: al padre, ed al ricordo ‘amaro e dolce ’ che, nello stesso tempo, lo lega a lui, ma anche alla figlia minore, Silvia, quando ancora era una bimba. Un pomeriggio all’insegna della poesia e della cultura intesa, nella sua accezione più ampia, di aggregatrice e consolidatrice di valori.

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Scritto da
Antonella Galuppi

Giornalista pubblicista e scrittrice. Laureata in giurisprudenza, mediatore familiare. Si occupa di eventi culturali e spettacoli.

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