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Cultura e Spettacolo

E’ morto il papà di Montalbano: addio Camilleri! Il ricordo di Zingaretti

by Redazione 17 Luglio 2019 589 13 min di lettura
 E’ morto il papà di Montalbano: addio Camilleri! Il ricordo di Zingaretti
Andrea Camilleri e Luca Zingaretti

Il grande scrittore Andrea Camilleri è morto stamani all’ospedale Santo Spirito di Roma dove era da tempo ricoverato. Lo scorso 17 giugno era stato colpito da un arresto cardiaco. Il 93enne, nativo di Porto Empedocle (Agrigento), ha legato il suo nome alla fortunata serie televisiva de “Il commissario Montalbano”, prodotta da Palomar per la Rai, che si è ispirata ai suoi romanzi. “Le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali – si legge nel bollettino dell’ospedale -. Per volontà del maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio”.

IL RICORDO DI LUCA ZINGARETTI

 

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E alla fine mi hai spiazzato ancora una volta e ci hai lasciato. Nonostante le notizie sempre più tragiche, ho sperato fino all’ultimo che aprissi gli occhi e ci apostrofassi con una delle tue frasi, tutte da ascoltare, tutte da conservare. E invece è arrivato il momento di ricordare. Di cercare le parole per spiegare chi sarà per sempre per me Andrea Camilleri. Un Maestro prima di tutto, un uomo fedele al suo pensiero sempre leale, sempre dalla parte della verita’ che ha raccontato tutti noi e il nostro paese. Mancherai. È inevitabile, è doveroso. Per la tua statura artistica, culturale, intellettuale e soprattutto umana. Le tue parole resteranno sempre con la stessa semplicità e con l’immensa generosità e saggezza con cui le hai condivise, da mente libera e superba quale sei. Ma soprattutto mancherai a me perché in tutti questi anni meravigliosi in cui ho incrociato la mia vita con quella del commissario, mi sei stato amico. Ho avuto la strana sensazione che bastasse un tuo tratto di penna a cambiare la mia vita. Ho vissuto accanto a te, nel tuo mondo, quello che avevi creato, quello che ti apparteneva perché uno scrittore non può che riportare se stesso nelle cose che scrive. E ho imparato tantissimo. Il rispetto per le persone, tutte, per se stessi, e per le persone deboli. Perchè il tuo commissario è così che la pensa. A volerti bene no. Quello già sapevo farlo dai tempi dell’accademia, quando non ci trattavi da allievi, ma piuttosto da colleghi. Ho imparato che il valore delle persone non c’entra nulla con quello che guadagnano, con le posizioni che ricoprono, con i titoli che adornano il loro cognome: le persone si valutano per quello che sono. Adesso te ne vai e mi lasci con un senso incolmabile di vuoto, ma so che ogni volta che dirò, anche da solo, nella mia testa, “Montalbano sono!” dovunque te ne sia andato sorriderai sornione, magari fumandoti una sigaretta e facendomi l’occhiolino in segno di intesa, come l’ultima volta che ci siamo visti a Siracusa. Addio maestro e amico, la terra ti sia lieve! Tuo Luca

Un post condiviso da Luca Zingaretti (@luc_zingaretti) in data: 17 Lug 2019 alle ore 1:27 PDT

Sono pochissimi gli scrittori veri che, oltre a diventare popolari per i loro libri, riescono ad essere amati anche come personaggi. Andrea Camilleri, morto a 93 anni, era uno di questi e ha usato questa sua forza mediatica per raccontare di sé e del suo amato commissario Montalbano, ma soprattutto per intervenire sul sociale, per cercar di far arrivare ai suoi lettori, che sono tantissimi, alcune idee base di democrazia e eguaglianza e dignità che sapeva bene oggi purtroppo non sono più da dare per scontate.

La sua importanza come artista e intellettuale è stata proprio in questo costante impegno nella scrittura legata alle idee (si vedano un libro quale ‘Come la penso’ del 2013 o le sue prese di posizione sul governo Berlusconi e oggi verso Salvini), proposte con la sua aria bonaria ma anche con un preciso vigore, con quel guizzo negli occhi che rende vero e vitale quel che si sta dicendo, senza perdere forza nemmeno ora che gli occhi gli si erano spenti. E i modi per dirlo, oltre a quelli diretti delle interviste su temi caldi del momento, sono anche quelli dei romanzi, in particolare quelli costruiti su influenza di Sciascia partendo da un avvenimento storico del passato più o meno recente, ma tutti alla fine incentrati sul nodo dei rapporti tra potere e malavita organizzata. (Ansa)

LA BIOGRAFIA DI ANDREA CAMILLERI

Camilleri era nato il 6 settembre del 1925 a Porto Empedocle e il suo nome è legato indissolubilmente al personaggio del commissario Montalbano che tanto successo ha riscosso negli anni e dai cui romanzi sono stati tratti i film con Luca Zingaretti attore protagonista. Il cuoco dell’Alcyon è stato il suo ultimo scritto, nel 2019, edito da Sellerio Editore.

Dalla fine degli anni quaranta vive a Roma e dal 1968 trascorre alcuni mesi a Bagnolo, in Toscana. Diventerà nel 2014 cittadino onorario del borgo toscano e nel 2017 gli viene intitolato il teatro comunale del paese. Prima, però, il giovane Camilleri gira la Sicilia e come ricorda lo scrittore, comincia “una sorta di mezzo periplo a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento”.

Nel 1942 lavora come regista teatrale e come sceneggiatore, nel 1944 si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Palermo e dall’anno successivo pubblica racconti e poesie arrivando tra i finalisti del Premio Saint Vincent. Nel 1946 si trasferisce ad Enna e lì frequenta la biblioteca comunale. Si appassiona ancor di più alla letteratura e conosce diversi generi letterari. Nel 1947 vince il Premio Firenze con alcune sue poesie. La permanenza ad Enna sarà fondamentale per la sua carriera. Nel 1949 viene ammesso, come unico allievo regista per quell’anno, all’Accademia drammatica Silvio D’Amico e conclude gli studi nel 1952. In questo periodo segue la regia di più di cento opere.

Scrive i suoi primi racconti per riviste e per quotidiani come L’Italia socialista e L’Ora di Palermo. Come scenografo mette in scena Finale di partita di Beckett e ne cura anche una versione televisiva. Porta in teatro testi di IOnesco e i poemi di Majakovskij.

Nel 1957 entra in Rai e nello stesso anno sposa Rosetta Dello Siesto, dalla quale ha tre figlie. Camilleri non si ferma e dal 1958 al 1965 e dal 1968 al 1970 insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e per 20 anni, dal 1977 al 1997, è titolare della cattedra di regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’. In Rai si occupa, come delegato alla produzione, di alcune produzioni, quali: Le avventure di Laura Storm e le fiction con il tenente Sheridan e Le inchieste del commissario Maigret.

Nel 1978 esordisce nella narrativa con Il corso delle cose, scritto dieci anni prima e nel 1980, pubblica con Garzanti Un filo di fumo, primo di una serie di romanzi ambientati nell’immaginaria cittadina siciliana di Vigata a cavallo fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Grazie a quest’ultima opera Camilleri riceve il suo primo premio letterario a Gela.

Proprio Vigata diventerà nella seconda parte della sua vita il centro di tanti racconti, una cittadina immaginaria che per i suoi lettori sarà come reale. A Vigata è legata la figura di Camilleri e del commissario Montalbano e, conseguentemente, di Zingaretti. La serie televisiva trasmessa dalla Rai è prodotta dal 1999 e sono stati girati 34 episodi suddivisi su 13 stagioni.

Nel 1984 uno dei pochissimi insuccessi. Lo scrittore pubblica, per Sellerio Editore, La strage dimenticata e dopo il flop decide di prendersi una pausa abbastanza lunga. Dodici anni di silenzio e nel 1992 riprende a scrivere pubblicando La stagione della caccia, edito da Sellerio. Un inizio che non vedrà più una conclusione.

Camilleri piace e i suoi scritti ricevono sempre più consensi. Nel 1993 ecco La bolla di componenda, edito sempre da Sellerio, e nel 1994 pubblica La forma dell’acqua, primo romanzo poliziesco con il commissario Montalbano e l’anno successivo Il birraio di Preston, che partecipa al Premio Viareggio e grazie al quale, pur senza classificarsi, riesce a ottenere un discreto successo di pubblico.

Il successo di Camilleri è inarrestabile, i suoi libri vengono ristampati più volte e vendono mediamente intorno alle 60.000 copie. La critica però non lo risparmia accusandolo, a volte, di essere ripetitivo. Ma lo scrittore va dritto per la sua strada, sostenuto dal suo pubblico e dal 1998 si parla di fenomeno-Camilleri. Dal 1995 al 2003 i suoi libri vanno a ruba, Il birraio di Preston (1995), La concessione del telefono e La mossa del cavallo (1999) sono tra i libri più letti. Stessi anni in cui debutta la serie televisiva su Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti.

Alla fine del 2002, accetta la nomina di direttore artistico del Teatro Comunale Regina Margherita di Racalmuto, inaugurato nel febbraio 2003 alla presenza del Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi. Nel 2004 pubblica La pazienza del ragno, nel giugno 2005 La luna di carta, a marzo 2005 Privo di titolo. Tra il 2006 e il 2008, pubblica La vampa d’agosto, Le ali della sfinge, La pista di sabbia, Il campo del vasaio, L’età del dubbio, altri cinque romanzi che hanno per protagonista Montalbano e nel 2007 vince il Premio letterario “La Tore – Isola d’Elba”.

Nel febbraio del 2008 presso Mondadori pubblica Il tailleur grigio e nel giugno dello stesso anno con Sellerio Il casellante, secondo romanzo di una trilogia di romanzi fantastici, primo dei quali è il romanzo Maruzza Musumeci pubblicato nel 2007, conclusasi nel 2009 con Il sonaglio.

Ma Camilleri decide di tuffarsi anche nel web e così, nel 2008, pubblica, un suo racconto, La finestra sul cortile (già apparso in versione cartacea sul mensile Il Nasone di Prati), che vede come protagonista sempre il commissario Montalbano, inserito come appendice nel libro Racconti di Montalbano.

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