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Sei container di rifiuti in contrada Petraro: ma non è una discarica

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“Dei container di chiara provenienza della ditta Ecoseib”, non ermeticamente chiusi né a tenuta stagna, “sono allocati nella immediata vicinanza della ex discarica chiusa di contrada Petraro”, dove Filippo Frasca, leader di Rivoluzione Civica, e i consiglieri comunali di Insieme per Santa Croce, previo sopralluogo, hanno accertato la realizzazione “di una vera e propria discarica abusiva e la gestione illecita di rifiuti pericolosi e non pericolosi”.

Tutto nasce da una segnalazione di Frasca dello scorso 9 luglio: l’ex assessore alle Borgate, facendo seguito all’ordinanza del 23 giugno con la quale il sindaco Dimartino, “per fronteggiare temporaneamente l’emergenza igienico-sanitaria e di salute derivata dall’impossibilità di conferire la frazione secca”, ordina la predisposizione di tre container (tramite la ditta che si occupa del servizio di raccolta e conferimento) presso il Centro Comunale di Raccolta, si reca sul posto per verificare lo stato dell’arte: ebbene, dei container non c’è traccia. Ce ne sono sei, non tre, da un’altra parte: ossia in contrada Petraro, nei pressi del torrente, a cavallo col territorio di Ragusa. E sono pieni, straboccanti di munnizza.

Il fatto inquietante è che si tratta di “scarrabili” non ermeticamente chiusi e non a tenuta stagna, “ma carichi di immondizia a cielo aperto”, dove “il degrado e i cumuli di spazzatura rendono il territorio inquinato”. Secondo quanto riferito da alcuni cittadini intervenuti nei giorni scorsi nei pressi dell’area, e come testimonia un video girato nella mattinata di oggi, 12 luglio, alcuni mezzi stanno provvedendo alla parziale rimozione dei rifiuti che, però, non dovrebbero trovarsi lì e la cui presenza ‘incita’ i passanti a scaricarne degli altri. Abusivamente. Per di più nelle vicinanze di un agriturismo.

Dalle rimostranze di Frasca, “assorbite” dall’interrogazione consiliare, si chiede al sindaco di sapere se l’area prospiciente all’ex discarica di c.da Petraro è di pertinenza territoriale o, al contrario, appartiene al comune di Ragusa; ma soprattutto se detta area “oggi adibita a centro di accoglienza di rifiuti abbia ricevuto apposito decreto di autorizzazione rilasciato dalla Regione”. Si cita, inoltre, la sentenza n.9879 della Corte di Cassazione che delinea chiaramente gli ambiti della responsabilità penale in merito all’inquinamento prodotto dallo scarico abusivo di rifiuti. Detto che è quasi impossibile non accorgersi di quanto sia grave l’accaduto, la domanda è un’altra: qualcuno ha controllato o preso provvedimenti? O, per restare ai quesiti dell’atto consiliare, “attraverso un’ordinanza sindacale, possono essere stravolti i principi della legalità e violate tutte le norme legislative previste dall’ordinamento nazionale e regionale in materia di attività illecita di gestione dei rifiuti e delle responsabilità penali” da esse derivanti?

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