Il buco da 29 milioni di Iblea Acque. Insieme: “Che fine hanno fatto i soldi di S.Croce?”

Una presunta esposizione debitoria da 29 milioni di euro della società Iblea Acque S.p.A. verso i Comuni della provincia di Ragusa, agita le acque della politica locale. La cifra – riportata da un articolo di stampa pubblicato lo scorso 5 marzo – solleva forti interrogativi sulla gestione economico-finanziaria della società in house, nata nel 2022 per la gestione del Servizio Idrico Integrato (SII) su scala provinciale.
I consiglieri comunali del gruppo di opposizione “Insieme per Santa Croce” – Piero Mandarà, Alessio Mandarà e Gaetano Riva – hanno presentato un’interrogazione formale al sindaco Peppe Dimartino, chiedendo chiarimenti puntuali sullo stato dei rapporti tra il Comune di Santa Croce Camerina e la società Iblea Acque. Secondo quanto riportato, la quota di credito vantata da Santa Croce ammonterebbe a circa 300mila euro.
I consiglieri ricordano inoltre che nel corso del 2023 il Comune ha concesso alla società due anticipazioni di cassa da 28.330,67 euro ciascuna (per garantire lo stipendio ai dipendenti appena transitati da Mediale a Iblea Acque), con obbligo di restituzione entro la fine dell’anno. Ora chiedono conto del recupero effettivo di quelle somme, comprensive degli interessi, e se siano state effettuate ulteriori erogazioni successivamente.
L’interrogazione, protocollata il 19 maggio, tocca anche altri nodi cruciali: viene chiesto, ad esempio, se siano stati approvati il bilancio di previsione per il 2025 e il rendiconto del 2024 della società, e se sia stata avviata la procedura per la nomina del nuovo amministratore unico.
Nel testo, i tre consiglieri lanciano anche un appello diretto al sindaco Dimartino, da poco eletto anche consigliere provinciale: “Nel rispetto del proprio mandato e prima di dedicarsi al nuovo incarico, riteniamo doveroso che il Primo cittadino eserciti con la massima responsabilità la funzione di controllo e tutela degli interessi economici del Comune nei confronti della società in house. Il rischio è quello di aumenti tariffari, disservizi e ricadute dirette sui cittadini. Mentre i conti dei Comuni affondano e i cittadini continuano a pagare – scrivono – molti amministratori locali restano in silenzio. Cosa sta succedendo? Qual è la verità? Che ci venga detta, ne abbiamo diritto”. La questione sarà inserita all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale.