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Dal controllo del diario a quello di Facebook per tenere a bada i figli: ma è meglio parlarci di D.Dipasquale

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Sfogliare il diario dei figli oggi non basta. Per le nuove generazioni i social network costituiscono, infatti, lo strumento di massima espressione attraverso il quale condividere emozioni, pensieri e sfoghi personali con i propri amici. Tuttavia questo nuovo modo di interagire con il mondo esterno, rimane ancora per moltissimi adulti ambiguo e incompreso, oltre ad essere motivo di preoccupazione e ansia per quei genitori che vedono i figli sfuggire al loro totale controllo. Insegnare al ragazzo come muoversi nel mondo è sempre stato compito dell’adulto, ma oggi con la nascita di un mondo virtuale, all’interno del quale i genitori si muovono a tentoni, tale prospettiva si è totalmente ribaltata. Questi però  non si rassegnano, e se prima erano disposti a rovistare nelle camere dei figli in cerca di un diario, adesso non possono fermarsi dinanzi ad una pagina Facebook che potrebbe rivelarsi la più preziosa fonte di informazione circa la vita privata di ogni adolescente.

Violare la privacy dei figli appare a volte l’unico modo per controllarli e proteggerli dalla Rete, ma tale comportamento aumenta in loro esclusivamente la sfiducia nei confronti di quei genitori che, contrariamente, divengono maggiormente ansiosi interpretando le informazioni in maniera errata. Per tutelare gli adolescenti esistono metodi più civili e oggi si parla di Media Education, un nuovo approccio educativo che sviluppa nei giovani la capacità di accostarsi alla rete con sufficiente criticità e responsabilità,  proteggendosi da incontri virtuali ritenuti spiacevoli. Tuttavia,  il “dialogo” rimane ancora tra i metodi più efficaci in assoluto. Parlare con i figli, dimostrarsi aperti e complici consentirà a educarli e raccomandarli senza che ciò venga percepito come un rimprovero, oltre a ricevere da loro una delle ricompense più gratificanti: “essere ascoltati”.

Doriana Dipasquale

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