Home News Cronaca Fidone disturba, Antonella Panarello lo minaccia: “Ti metto le mani al collo”
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Fidone disturba, Antonella Panarello lo minaccia: “Ti metto le mani al collo”

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Ennesimo, clamoroso colpo di scena nella storia del piccolo Loris. La sorella di Veronica Panarello, Antonella, era alle prese con l’ennesima intervista della saga, nel luogo del ritrovamento del corpo, quando il cacciatore Orazio Fidone l’ha intimata di non buttare fango, ma di tornare a casa e accudire i suoi figli. Così la Panarello, in preda all’ira, si è avvicinata al finestrino dell’auto da cui parlava Fidone e lo ha minacciato. Erano circa le 18.30 di martedì sera: “Perché eri qui quando è scomparso Loris? Stai coprendo tuo genero o il matrimonio di tua figlia? Vai via o ti metto le mani al collo come è stato fatto con mio nipote. Non me ne frega un ca…” si è sfogata la donna. Chiaro il riferimento allo strangolamento con le fascette che è costato la vita al bambino di 8 anni.  Antonella, dopo aver sputato veleno sulla sorella Veronica – tuttora rinchiusa nel cercare di Agrigento – ed essersi presentata in tutte le trasmissioni televisive per confermare la sua versione (“E’ stata mia sorella, ma non da sola”), non ha sopportato l’interruzione di Fidone, che si è palesato al Mulino vecchio proprio durante l’intervista. E inoltre ha aggiunto: “Deve venire fuori quel bastardo che ha ucciso mio nipote”.

Per chiarire gli aspetti della vicenda è intervenuta la figlia di Orazio Fidone, Eva, attraverso un sms inviato a Mattino 5 e alla nostra redazione: “Mio padre era lì per smentire a telecamere spente una falsa notizia riguardo alla sua presenza in prefettura. Noi – continua Eva Fidone – camminiamo a testa alta e vogliamo solo chiarezza e giustizia per quel povero angioletto. Ma capirete che le chiacchiere senza fondamento fanno solo male e la nostra priorità è proteggere i nostri figli dalle maldicenze. Mio padre, stanco delle chiacchiere di paese, ha solo espresso il giudizio di molti cittadini. Aggiungo che su mio padre e su ogni componente della mia famiglia non ci sono ombre e che tutto è stato vagliato dagli inquirenti. Anche le chiacchiere di paese sono state “ascoltate” direttamente da chi di dovere. Abbiamo fiducia nelle forze dell’ordine e negli inquirenti. Sanno fare il loro lavoro”.

Fidone è iscritto nel registro degli indagati, ma anche il procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia, ha ammesso che si tratta di un “atto formale”. La sua presenza di fronte gli inquirenti di lunedì mattina è servita “per capire se finalmente si possa giungere al dissequestro dei mezzi e chiarire definitivamente la posizione del nostro assistito” hanno spiegato i suoi avvocati, Savà e Assenza. GUARDA IL VIDEO DELLA LITE DA VIDEOMEDIASET

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