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Cronaca Provincia

A Chiaramonte in fumo 400 ettari di bosco. Il sindaco Fornaro: “Chi sa, parli”

by Salvatore Mandarà 12 Agosto 2016 550 2 min di lettura
 A Chiaramonte in fumo 400 ettari di bosco. Il sindaco Fornaro: “Chi sa, parli”

A distanza di 24 ore dall’incendio divampato nella pineta di Chiaramonte Gulfi, patrimonio del Ragusano, è possibile quantificare i danni: sono 400 gli ettari di bosco andati in fumo, un vero e proprio disastro ambientale. Anche questa mattina l’ennesimo canadair ha sorvolato i cieli iblei per spegnere eventuali focolai, foraggiati dal vento. Per il lavoro di bonifica sono ancora attive quattro squadre dell’antincendio della forestale, con alcune autobotti, oltre a due canadair e al possente elicottero «Sikorsky S-64 Skycrane» capace di trasportare otto mila litri d’acqua.L’incendio ha distrutto la ricca vegetazione e gli alberi secolari ed è per questo che il sindaco di Chiaramonte Gulfi, Vito Fornaro, lancia un appello sul suo profilo Fb e chiede la collaborazione dei cittadini per individuare i responsabili: “Chi sa, oppure ha visto, parli, perché bisogna individuare i colpevoli di questo scempio ambientale”.

“Quanto accaduto è inaccettabile, decine di ettari di bosco andati in fumo, probabilmente per la follia di qualche criminale che deve essere necessariamente individuato e assicurato alla giustizia – scrive il primo cittadino – Chiunque abbia anche un minimo sospetto, un numero di targa, il colore di una macchina, lo comunichi tempestivamente alle forze dell’ordine. Un grazie per il grande lavoro svolto alle squadre della Forestale ai Vigili Urbani, ai Vigili del Fuoco, al Dipartimenti di Protezione Civile e ai Carabinieri. Un particolare ringraziamento agli infaticabili e preziosi volontari del Gruppo Alfa e agli altri gruppi di volontariato provenienti dal resto della Provincia, per il loro ininterrotto lavoro e per come hanno garantito la vigilanza del territorio stanotte. Anche un banale sospetto o un semplice numero di targa può essere fondamentale per fermare questo scempio”. Secondo i primi rilievi il fuoco sarebbe stato appiccato in più parti per rendere più difficile l’opera di spegnimento.

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