Home News Cronaca Una colletta su Facebook per Veronica: l’obiettivo è pagare la sua difesa
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Una colletta su Facebook per Veronica: l’obiettivo è pagare la sua difesa

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“Mandiamo i soldi in carcere a Veronica Panarello: in questo modo pagheremo i periti che smonteranno le tesi dell’accusa”: è questa l’ultima idea balenata nella mente di alcuni utenti del gruppo ‘Veronica Panarello è innocente’, che oggi su Facebook conta oltre 2000 seguaci. L’unico modo per contribuire alla scarcerazione della madre di Loris, accusata dell’omicidio del figlio, è finanziare la sua difesa. E se l’avvocato Villardita, in quanto amico di famiglia, ha scelto di difenderla ‘pro bono’, ossia senza ricevere alcun tipo di compenso, per smontare la tesi accusatoria (omicidio aggravato e occultamento di cadavere) sono necessari “esperti e periti dai costi notevoli”. Da qui l’idea di recapitare in carcere, tramite un vaglia postale, i soldi alla Panarello: “L’avvocato Villardita – spiega una giornalista ‘innocentista’, che si è fatta carico di promuovere l’iniziativa – mi ha detto che è l’unico sistema. Non si possono inviare al padre altrimenti la stampa ci speculerebbe, né tantomeno a lui. Quindi possiamo inviare i nostri contributi perché andranno direttamente a Veronica, come segno tangibile del nostro sostegno e affetto virtuale. I detenuti possono ricevere soldi tramite vaglia postali o telegrafici. Quando arrivano il direttore informa il detenuto, che li può riscuotere”. Inutile sottolineare come la battaglia di solidarietà per la donna abbia scatenato all’interno del gruppo una reazione opposta. Qualcuno, prontamente, si è recato in posta per far la fila e compilare il vaglia, altri non hanno sentito ragioni. Ma Veronica Panarello, che il padre continua a descrivere come “una larva, che non mangia e perde oltre un chilo a settimana da quando è reclusa”, è un pochino meno sola.

IL FRONTE DELLE INDAGINI
Le tre persone che potrebbero aver aiutato Veronica Panarello a uccidere Loris o occultarne il cadavere sono di sesso maschile e sarebbero vicini alla famiglia Stival. L’attenzione degli investigatori si concentra sul traffico internet del cellulare di Veronica. La mattina di sabato 29 novembre, tramite Whattsapp, il sistema di messaggistica istantanea, la donna potrebbe aver contattato i presunti complici.

ECCO LA PROPOSTA PER AIUTARE VERONICA

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Redazione

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