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Attualità

Perdite e scavi in via Matteotti: l’acquedotto (obsoleto) fa le bizze

by Salvatore Mandarà 7 Marzo 2018 611 3 min di lettura
 Perdite e scavi in via Matteotti: l’acquedotto (obsoleto) fa le bizze

Anche stamattina si sono registrati disservizi alla viabilità per via dei lavori di manutenzione e sistemazione dell’acquedotto civico di Santa Croce Camerina. In seguito a una copiosa perdita, stamane dopo le 8.30 sono cominciati gli scavi in via Giacomo Matteotti, nei pressi delle scuole elementari. La causa principale è l’acquedotto carente, obsoleto e inadeguato alle esigenze della popolazione. Da decenni, inoltre, vengono rilevati problemi anche nella depurazione idrica, in attesa del nuovo impianto. Insomma una vera e propria guerra dell’acqua, scoppiata anche per le tariffe applicate ma diversificate tra la fascia costiera e il centro abitato. Ma le nostre tariffe sono veramente  le più basse d’Europa?

L’Italia è un Paese ricco d’acqua, ma ne spreca “quantità enormi” per colpa di infrastrutture “carenti, obsolete e inadeguate: le perdite di rete sono pari al 31,9%”.  A lanciare l’allarme è il Censis nel quarto numero del “Diario della transizione”. Nella pubblicazione, il Centro Studi Investimenti Sociali spiega come ciò costringa ad “aumentare il prelievo di acqua alla fonte, impoverendo la risorsa ed esponendo alcuni territori a cronici disservizi: l’8,9% della popolazione denuncia interruzioni di erogazione, con punte del 29,2%.

Depurazione carente. Il 20% delle acque reflue, inoltre, viene smaltito senza essere depurato, finendo per inquinare mari, fiumi e laghi. “Proprio per la mancata depurazione delle acque reflue – si legge nella pubblicazione del Censis – abbiamo già avuto due condanne in sede europea: una quota consistente di popolazione (il 15%, con punte del 22% nel Mezzogiorno) non è allacciata ad alcuna rete fognaria e il 30% non è collegato a un impianto di depurazione. Anche nei Comuni capoluogo il 10% della popolazione non è servito da depuratore. Rischiamo di pagare multe salate per il mancato adeguamento degli scarichi dei nostri agglomerati urbani, ma soprattutto sono a rischio la salute dei cittadini, l’ambiente e l’economia turistica”. Si stima che, “per riportare il livello delle infrastrutture idriche italiane in linea con gli standard europei, bisognerebbe investire 65 miliardi di euro in trent’anni.

Le tariffe italiane per il servizio idrico, tuttavia, sono le più basse d’Europa. In media una famiglia di tre persone con un consumo annuo di 180 metri cubi spende 307 euro all’anno, 25,6 euro al mese. Si tratta dello 0,9% della spesa media mensile di una famiglia. Per lo stesso servizio in Spagna si spendono 330 euro all’anno, in Francia 700 euro, in Austria, Germania e Regno Unito 770

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