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La crisi di zucchine e pomodori si riflette sulle aziende agricole: “La prossima annata è già a rischio”

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Prezzi al di sotto dei costi di produzione. Una delle peggiori annata agrarie degli ultimi venti anni. Il pomodoro al mercato ortofrutticolo di Santa Croce viene quotato dai trenta ai quaranta centesimi, il peperone 40 centesimi al chilo, la zucchina rimane invenduta e il cetriolo oscilla tra i 25 e 35 centesimi. Il settore orticolo soffre, da tempo, di ricorrenti crisi di mercato. “E’ una fase della raccolta molto difficile – spiega il presidente della Coldiretti di Santa Croce, Massimo Catalano -. I prezzi sono al di sotto dei costi di produzione e le imprese soffrono per il mancato reddito in una fase cruciale. In questo momento molto aziende risentono del calo drastico dei prezzi degli ortaggi e viene compromessa anche l’inizio della nuova annata agraria”. Sono cinquecento le aziende serricole nel territorio comunale con una produzione in serra di peperoni, zucchine, melenzane e pomodori su una superfice complessiva di 1 milione e 700 mila metri quadrati. Cinquemila gli addetti dediti alla lavorazione e al confezionamento degli ortaggi per un fatturato annuo di 12 milioni di euro. Negli ultimi 4-5 anni gli ortaggi sono stati investiti da pesanti fasi critiche, dovute essenzialmente ad una estrema volatilità dei prezzi all’origine e allo scarso potere contrattuale dei produttori ortofrutticoli, alla forte concorrenza da parte del prodotto estero, spesso movimentato da dinamiche di puro stampo speculativo. A questo si aggiunge il calo dei consumi, provocati dalla difficile congiuntura economica. E così il quadro generale del settore diventa sempre più complesso e i riflessi per le imprese risultato gravemente negativi, soprattutto sul fronte dei redditi. “Le richieste di aiuto di colleghi sono molteplici – aggiunge Guglielmo Occhipinti, portavoce del gruppo agricoltori -. Le aziende hanno difficoltà a coprire i costi di gestione e a pagare le forniture di materie prime, vedi plastica o antiparassitari. C’è il pericolo di vedere compromessa una nuova annata agraria”. La chiave per una decisa inversione di rotta sta proprio nel miglioramento dell’organizzazione della filiera ortofrutticola, agendo da una parte a livello comunitario, favorendo una riforma normativa che possa rispondere alle esigenze del settore, e dall’altra operando sul territorio per valorizzare, rafforzare ed eventualmente creare, quelle organizzazioni dei produttori che applicano misure di sistema e valorizzano la commercializzazione dei prodotti dei propri soci. Insomma, organizzazioni di produttori, iniziando da Santa Croce Camerina, che guardano realmente al mercato.

Fonte: Il Giornale di Sicilia

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Redazione

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