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Attualità

La Memoria e il 27 gennaio: mai la crudeltà umana si era spinta a tanto

by Antonella Galuppi 26 Gennaio 2015 552 4 min di lettura
 La Memoria e il 27 gennaio: mai la crudeltà umana si era spinta a tanto

Il 27 gennaio 2015 si celebra il 70esimo anniversario di quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa penetrarono per la prima volta nel campo di concentramento di Auschwitz e riuscirono a liberare i pochi superstiti ivi rinchiusi. Lo spettacolo che si presentò loro aveva dell’inverosimile. Mai la crudeltà umana era arrivata a così tanto, mai degli esseri umani erano riusciti ad osare fino a quel punto contro i loro simili. Tutto ebbe inizio con l’emanazione delle leggi razziali del 1938, le leggi più meschine e riprovevoli che mai siano state emanate da un’entità, quale è lo Stato, che avrebbe dovuto piuttosto tutelare i propri cittadini e farsi arbitro e promotore dei loro interessi. La spasmodica brama di salvaguardare una “razza superiore” ha permesso che venissero sacrificati milioni tra disabili, zingari, omosessuali e soprattutto ebrei, tacciati di non essere degni rappresentanti di codesta razza. Lo Stato Italiano per non dimenticare quanto è stato, si è espresso così:

Repubblica Italiana

Legge 20 luglio 2000, n. 211

“Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”

Articolo 1.

  1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

 Articolo 2.

  1. In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.

Il “Giorno della Memoria” vuol avere un duplice significato: ricordare quanto è accaduto e impedire che succeda nuovamente. Ma oggi acquisisce un significato in più. Ogni giorno nel mondo assistiamo ancora a stragi inutili, a lotte religiose ad atti discriminatori e questo ci dimostra che non abbiamo imparato nulla dagli errori, sia nostri che altrui. Sarà forse omofobia, io la chiamo imbecillità…

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Antonella Galuppi

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Giornalista pubblicista e scrittrice. Laureata in giurisprudenza, mediatore familiare. Si occupa di eventi culturali e spettacoli.

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