E’ stata svelata martedì mattina a Punta Secca la statua che da qualche giorno teneva sulle “spine” residenti e villeggianti del borgo marinaro. Si chiama “Francesca”, rappresenta un volto femminile scolpito nella pietra ed è un omaggio dello scultore catanese Alfio Nicolosi alla comunità di Santa Croce Camerina. Nicolosi ha dedicato l’opera alla moglie Francesca, scomparsa due anni fa a causa di un tumore. La statua è poggiata sulla basola in pietra donata dall’assessore ai Lavori Pubblici Dino Aprile: “Eravamo amici d’infanzia sia con lei che con il fratello – spiega -. E’ stato un gesto di cuore che mi son sentito di fare”. I lavori sono stati offerti, invece, da Orazio Fidone, il cognato dello scultore. A dare il primo saluto a “Francesca” sono stati il sindaco Franca Iurato e il questore di Ragusa Giuseppe Gammino. Nicolosi, 77 anni, ha trascorso tante estati a Punta Secca con la sua amata. La loro casa sorgeva a pochi passi da piazza della Torre, dove oggi la famiglia si è “riappropriata” in modo originale dei luoghi della giovinezza.
“Ringrazio il sindaco e tutte le istituzioni presenti – ha esordito l’artista -. Tornare in questi luoghi, fa riaffiorare in me emozioni bellissime e mai sopite. Devo tutto all’arte: questa compagna mi ha seguito negli ultimi quindici anni e mi è stata di grande aiuto”. Nicolosi ha cominciato a scolpire su legno e su pietra dopo la morte del figlio. La nuova attività gli ha permesso di sublimare il dolore della perdita in una forma d’arte a disposizione di tutti. Le opere del maestro catanese, che da qualche anno si è trasferito nelle campagne di Pedalino, sono sempre oggetto di donazione: “Ha donato questa opera – spiega il sindaco Franca Iurato – chiedendo che fosse collocata a Punta Secca, il luogo dell’anima della sua famiglia. L’Amministrazione e l’Ufficio tecnico hanno fatto una ricognizione e hanno deciso che questo poteva essere il posto ideale. Credo che questo dono racchiuda in modo netto il senso di condivisione e di solidarietà di una comunità che ritiene opportuno dare risalto alla forza di un sentimento familiare, che supera così la barriera della scomparsa”.