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Cronaca

Rapina in banca, parla un testimone: “Erano in quattro, uno era grosso”

by Redazione 8 Luglio 2017 757 2 min di lettura
 Rapina in banca, parla un testimone: “Erano in quattro, uno era grosso”

Un sussulto nella notte. La strana manovra di un camioncino della frutta. Poi la fuga. A quasi tutta la scena ha assistito Lorenzo Ciarcià, che abita di fronte alla filiale dell’istituto Unicredit dove questa notte, intorno alle 2.20, quattro malviventi hanno asportato il bancomat e mandato in frantumi il muro della struttura. La dichiarazione è stata raccolta da Pina Cocuzza: “Ricordo di avere appena finito di sistemare le mie piante – racconta Ciarcià – quando ho sentito un grande botto. Pensavo fosse il camion della spazzatura, invece era un vecchio camioncino della frutta con ai lati le vecchie sbarre di legno. Quelle le ricordo bene, mentre non ricordo se sopra ci fosse una piccola gru. Non ci ho fatto caso. Cercavo di leggere la targa, ma non ci sono riuscito. Il camioncino era parcheggiato di traverso. Per sfondare la vetrata hanno usato l’angolo del camion, manovra che hanno fatto più volte. Mentre non ho visto come hanno caricato il bancomat. Erano le 2.28 quando ho chiamato il 112. Ho aspettato per circa due minuti che rispondessero, poi ho chiamato il 118 che mi hai messo in collegamento con il personale dei carabinieri. Non mi hanno detto chi fossero. Ho spiegato cosa stava succedendo. Sono arrivati sul posto pochi minuti dopo il fattaccio. I primi ad arrivare sono stati quelli della Travar e di seguito polizia e i carabinieri.

Ciarcià ricorda anche gli attimi precedenti all’arrivo del camion: “Sono rimasto sul balcone per circa un’ora e ho visto passare soltanto un motorino contromano e poi un altro motorino. Stranamente non è passato nessuno. Forse avevano bloccato la strada. Poi ho visto tre uomini incappucciati e uno che guidava il camion. Non riuscivo a capire in che lingua parlassero. Fisicamente ne ricordo uno alto circa 1.80 m, molto forte, che dava calci alla vetrina. Mi sono chiuso dentro e ho atteso l’arrivo delle forze dell’ordine. Un grande spavento”. (contributo di Pina Cocuzza)

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