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Santa Croce cambia pelle? “Gli agricoltori diventeranno imprenditori turistici”

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La riconversione di un territorio, la volontà (forte) di cambiare pelle. E assecondare una vocazione che dall’inizio di questo secolo, grazie alle pellicole prodotte da Palomar, si fa sempre più insistente. Il commissario Montalbano – il cui effetto non si è mai dissolto – è solo il pioniere, nonché la punta di diamante, di un territorio in netta espansione turistica. Che nei prossimi anni, stando alle intenzioni degli attuali amministratori, vuole fare un salto nel futuro, appropriarsi del “fenomeno” e accogliere migliaia di visitatori ogni estate (ma anche ogni inverno). Sembra quasi un discorso avveniristico, ma il nuovo sindaco Giovanni Barone, in carica da meno di tre mesi, ne ha parlato con disarmante tranquillità a “Il Giornale di Sicilia” qualche giorno fa: “Se un cittadino proprietario di un impianto serricolo si accorge che il suo lavoro non produce, avrà la possibilità di riconvertire il suo fondo agricolo. L’imprenditore potrà far fruttare il proprio patrimonio investendo su un settore che oggi definiamo vincente”.

L’amministrazione, la politica dovranno però servirgli un assist. Il principale strumento su cui intervenire, e che negli ultimi giorni è stato oggetto di numerosi incontri, è il nuovo piano regolatore generale. Quello che, per intenderci, permetterà al “nostro” agricoltore di poter cambiare destinazione d’uso al suo terreno, consentendogli (se vorrà) di andare incontro alla tendenza del momento. Barone e la sua squadra hanno ritirato fuori una variante al Prg del 2012, redatta dall’ingegnere Franco Poidomani, che da cinque anni era impolverata nei cassetti di Palazzo di Città. Presto le nuove previsioni approderanno in Consiglio comunale, poi un passaggio obbligato alla Regione Sicilia. Di gente pronta a investire nel turismo “santacruciaro” ce n’è abbastanza: “Nove ditte (quelle sopravvissute alla bocciatura da parte della Regione, ndr) hanno un progetto di insediamento turistico. Le ho già incontrate per conoscere le loro intenzioni e mi è sembrato di capire che andranno avanti” spiega il sindaco. Che poi ritira fuori il tema dell’ospitalità diffusa, già annunciato in campagna elettorale: “Vogliamo trasferire la fortunata esperienza di Scicli nella nostra fascia costiera per un turismo destagionalizzato. Vogliamo le case aperte anche d’inverno per far conoscere ai turisti stranieri il nostro territorio – ha spiegato a “Il Giornale di Sicilia” -. In questi giorni ci vedremo con Ezio Occhipinti, presidente di Ospitalità Diffusa di Scicli, per mettere a punto anche questo piano”. Uno scatto in avanti, una concezione forte per confutare il gattopardismo imperante. Che aspetta solo la prova del nove: i fatti.

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