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Le solite code (con la pioggia) fuori dalle Poste: serve un altro edificio

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Code sotto la pioggia e proteste fuori dall’ufficio delle Poste e delle Telecomunicazioni (o di ciò che ne rimane) di Santa Croce Camerina. Dopo un mese di difficoltà per un’intera comunità chiamata a barricarsi in casa per evitare il contagio, il primo temporale dell’anno, quello di giovedì e venerdì scorso, ha mandato su tutte le furie coloro che per il secondo giorno di fila, in base all’assegnazione della lettera dell’alfabeto, sono stati chiamati per il ritiro delle pensioni. In tutti gli uffici postali la situazione è critica, anche su scala nazionale, ma a Santa Croce è addirittura disarmante. Dopo i disagi dei mesi scorsi, anche negli ultimi giorni si sono riproposti disservizi, derivanti soprattutto da un ufficio che, a Santa Croce Camerina, non c’è più da quasi un anno.

Anzi a dire il vero c’è, ma non è del tutto funzionante, ovvero non con gli sportelli assegnati per una popolazione sopra gli 11.000 abitanti. Non sono mai mancati i servizi postali necessari, ma è anche vero che il tutto avviene in una struttura modulare precaria dove il cittadino rimane fuori. Oggi più che mai è necessario intervenire nel rispetto sia di chi lavora per le poste e di chi venerdì mattina, ombrello alla mano, ha dovuto aprirlo più volte per mettersi al riparo dall’acquazzone, trovando riparo negli angoli del quartiere. Sarebbe necessario l’intervento autorevole del sindaco, nel rispetto di coloro che hanno bisogno di questi servizi, per individuare, se possibile, una struttura alternativa, che rispetti la dignità dei santacrocesi, fin quando non passi il Covid-19.

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Scritto da
Salvatore Mandarà

Fondatore e collaboratore

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