“Questa variante al Prg, a nostro parere, più che attenta ai già fragili equilibri del territorio, si presta a sollecitare appetiti speculatori”. Lo scrive il Partito Democratico di Santa Croce in una nota pubblicata sui social. L’adozione dello strumento urbanistico sarà oggetto, questa sera, di una seduta del Consiglio comunale. Ma al di fuori già divampa la polemica: “Il dato demografico di questa variante – scrive il PD – parte dagli attuali 10.955 cittadini residenti, prevede una crescita di altre 15.000 unità nei prossimi 20 anni, per arrivare a 25.000 abitanti. Un trend di crescita abnorme, in controtendenza alle realistiche proiezioni ISTAT. Circa la metà, delle zone edificabili, urbane e extraurbane, previste nel Prg del 2005, ancora vigente, risultano non edificate, disponibili per nuove costruzioni. Si trascurano, lasciandoli in un limbo, i numerosi lotti interclusi, sparsi in tutto il territorio. Per “economicità” si riprende la variante del Prg della precedente amministrazione, come dice il sindaco, con “alcuni emendamenti che vanno nella direzione di valorizzare la vocazione turistica del nostro territorio, di contenere il consumo di suolo e di avere principi equi per tutti”. Nei fatti – prosegue la nota – il consumo di suolo è al massimo, diventa edificabile l’intera fascia costiera, da Punta Secca a Punta Braccetto (per questo già molti hanno ribattezzato il nuovo piano: “Piano Consumatore Generale”)”.
Tra le pecche messe in risalto dal Partito Democratico, svetta l’assenza di tutela “del paesaggio, dell’ambiente, la creazione di oasi naturalistiche protette, come potrebbe essere il pantano di Cannitello, e di aree archeologiche da valorizzare e tutelare. Questo piano, definito “democratico”, a noi sembra una cementificazione speculativa e un “liberi tutti”, ciascuno costruisca quel che vuole dove vuole, con un devastante effetto “sprawl”. Ciò non assolve alla funzione propria di un Prg, ossia normare e governare il territorio, nella consapevolezza che le scelte urbanistiche e di pianificazione, impattano fortemente sulla qualità di vita dei cittadini di oggi e di domani. Il nostro territorio patisce già abbastanza, per la viabilità e la sicurezza, le conseguenze negative dell’abusivismo selvaggio che a partire dagli anni ‘60 ha irrimediabilmente compromesso la fascia costiera. Da aggiungere i diversi agglomerati e zone antropizzate, a macchia di leopardo, nel resto del territorio”.
“Dulcis in fundo – secondo i dem – il centro storico, sempre più abbandonato, che scivola nel degrado. Gli immobili, che prima potevano valere qualcosa, oggi sono svalutati, così continuando non varranno niente proprio. Gli effetti negativi di un’eccessiva immissione nel mercato di nuove costruzioni, sempre più lontane dal centro abitato, ne causano lo spopolamento. La scomparsa di alcuni spazi destinati a usi pubblici previsti nel vecchio piano, inciderà negativamente sulla qualità e la vivibilità dell’intera comunità. È sotto i nostri occhi cosa succede nel centro storico che noi abbiamo abbandonato. Tante famiglie vivono sempre più lontane e isolate dal centro urbano, si perde sempre di più il senso di comunità, a favore dell’individualismo e i nostri giovani vanno altrove. Disattesa la cura per l’ambiente, la creazione di spazi pubblici attrattivi, da destinare alle più diverse attività, si da favorire cultura, sport, e aggregazione per la crescita della qualità di vita dell’intera comunità. Un invito a riflettere su quanto sia importante una pianificazione attenta, che abbia una idea di cosa vogliamo che diventi il nostro paese, che abbia l’ambizione di fare scelte, che siano le premesse per lasciare un territorio migliore anche alle future generazioni. Il nostro invito a quanti compete tale responsabilità, è di guardare l’orizzonte oltre i muri!”.