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Vergogna a Punta Braccetto: villa confiscata alla mafia in stato di degrado

by Paolo Mandarà 26 Agosto 2016 2019 9 min di lettura
 Vergogna a Punta Braccetto: villa confiscata alla mafia in stato di degrado

All’ingresso lo stemma dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali). All’interno la carcassa di un cane in stato di decomposizione. Poi calcinacci e sporcizia. La villa confiscata dallo Stato italiano al boss Madonia, che si trova in località Punta Braccetto (territorio del comune di Santa Croce Camerina) versa oggi in stato di assoluto degrado. Lo rivela Antonello Firullo con un esposto alla magistratura. Nel 2009 l’ex sindaco Schembari propose di destinare la struttura alla polizia tunisina, al fine di prevenire il crimine e consentire un processo d’integrazione basato sulla legalità. Il piano operativo regionale della sicurezza, a cui partecipò l’ex prefetto Carlo Fanara, pensò a una caserma per i carabinieri o la Guardia di Finanza. Oggi è un rudere dimenticato da tutti. Come da cattiva consuetudine italica, nessuno ha vigilato. Così la villa in cui il mafioso soggiornava durante la sua latitanza, è abbandonata a se stessa, priva di cancello e recinzioni: “Un pericolo inimmaginabile per il pubblico” sentenzia Firullo, che si è recato sul posto per un dossier fotografico. “Vi è, innanzitutto, un odore nauseante, insopportabile (…) poi un pericolo di crollo costante di calcinacci, già sparsi dappertutto. Si trovano sacchi di mangime per cani e sporcizia varia, chicchi di mangime sparsi per terra e anche sul davanzale delle finestre. Un abbandono totale e per tutto il perimetro della villa senza un cancello o una recinzione che vieti l’accesso a chiunque, bambini soprattutto”.

“Sembra, a quanto mi è stato riferito da alcune persone, che la villa è stata data in affidamento dal Comune di Santa Croce Camerina ad un responsabile dell’ENPA dello stesso comune. In più occasioni vi è stata la presenza di cani, forse randagi e utilizzata tuttora anche, forse, come deposito per il loro mangime”. Firullo invita la Procura a fare chiarezza: “Lascio alle SS.LL. in indirizzo ogni azione dovuta a quanto da me esposto con la presente nella speranza, soprattutto, che sia fatta chiarezza sull’utilizzo di un bene che, sembra, a quanto è dovuto sapere al sottoscritto, in uso dal Comune di Santa Croce Camerina che lo ha consegnato con affidamento ad altri soggetti. Quale il motivo per cui non è stato posto alcun controllo sul bene confiscato alla mafia da parte del Comune di Santa Croce Camerina e/o da chi di dovere? Tanto dovevo nella speranza che sia posta, al più presto, la massima sicurezza nella villa, onde evitare danni a persone, atteso lo stato di abbandono, inconcepibile, dove chiunque è in grado di accedere e senza escludere la carenza igienico sanitaria ancora in atto abbondantemente trascurata”.

IL TESTO COMPLETO DELL’ESPOSTO

AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI RAGUSA

AL PRESIDENTE NAZIONALE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA 

AL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA ARS SICILIA

Oggetto: villa del boss Giuseppe Madonia confiscata dalla mafia in località di Punta Braccetto,

               Comune di Santa Croce Camerina (Rg).

Il sottoscritto, Firullo Antonio, nato a Scicli, il 11.12.1965 ed ivi residente in C/da Dammusa, sn, con la presente espongo:

risulta allo scrivente che in località Punta Braccetto, frazione balneare del Comune di Santa Croce Camerina, in Provincia di Ragusa, lo stato Italiano ha confiscato una villa al boss Giuseppe Madonia. Una villa nella quale il boss Madonia soggiornava durante la sua latitanza.

In un primo momento la villa confiscata al boss fu concessa all’Anfas dal Comune di Santa Croce Camerina.

Successivamente, l’allora Prefetto della Provincia di Ragusa, Dott. Carlo Fanara, al termine della riunione di consultazione territoriale, tenutasi a Palermo, decise di destinare la villa a Caserma della Guardia di Finanza.

Invece l’ex Sindaco del Comune di Santa Croce Camerina, Dott. Lucio Schembari, aveva proposto di destinare la villa a caserma per gli agenti di Polizia Tunisina in collaborazione con le forze locali.

Un’idea intesa a contrastare il fenomeno delinquenziale della criminalità di origine nordafricana e condivisa anche dalla numerosa Comunità Tunisina che avrebbe consentito a loro stessi di potere essere meglio tutelati nella città di Santa Croce Camerina.

Cosi in data odierna mi sono recato a Punta Braccetto dove ho constatato “de visu” lo stato e l’uso in cui si trova la villa del boss Giuseppe Madonia già confiscata.

Con molta serenità posso affermare che la villa confiscata dallo Stato Italiano al boss Giuseppe Madonia è in uno stato di degrado e di abbandono totale.

Una vergogna unica al mondo se penso che si tratta di un bene che appartiene a tutti e che ad oggi potrebbe anche essere in uso a chi è senza un tetto come gli sfollati del terremoto in centro Italia.

Vi è, innanzitutto, un odore nauseante, insopportabile intorno alla villa poi un pericolo di crollo costante di calcinacci, già sparsi dappertutto, si trovano sacchi di mangime per cani e sporcizia varia, chicchi di mangime sparsi per terra e anche sul davanzale delle finestre.

Un abbandono totale e per tutto il perimetro della villa senza un cancello o una recinzione che vieti l’accesso a chiunque, bambini soprattutto.

Un pericolo al pubblico inimmaginabile, incredibile come si dimostra dalla documentazione fotografica realizzata da me stesso con il mio cellulare.

Ho provato dalle finestre a visionare l’interno della villa da dove, nonostante la difficoltà, mi è sembrato di scorgere la carcassa di un cane in evidente stato di decomposizione, putrefazione e tanta, tantissima sporcizia.  

In un pilastro risulta una targhetta molto deteriorata dove vi è inciso, per quel poco che si riesce a leggere, lo stemma dell’E.N.P.A. l’Ente Nazionale Protezione Animali.

Così incuriosito soprattutto dalla targhetta mi sono permesso di chiedere notizie ad alcune persone presenti nelle ville accanto e/o adiacenti.

Sembra, a quanto mi è stato riferito da alcune persone, che la villa è stata data in affidamento dal Comune di Santa Croce Camerina ad un responsabile dell’EMPA dello stesso comune. In più occasioni vi è stata la presenza di cani, forse randagi e utilizzata tuttora anche, forse, come deposito per il loro mangime.

Posto ciò lascio alle SS.LL. in indirizzo ogni azione dovuta a quanto da me esposto con la presente nella speranza, soprattutto, che sia fatta chiarezza sull’utilizzo di un bene che, sembra, a quanto è dovuto sapere al sottoscritto, in uso dal Comune di Santa Croce Camerina che lo ha consegnato con affidamento ad altri soggetti.

Quale il motivo per cui non è stato posto alcun controllo sul bene confiscato alla mafia da parte del Comune di Santa Croce Camerina e/o da chi di dovere.

Tanto dovevo nella speranza che sia posta, al più presto, la massima sicurezza nella villa, onde evitare danni a persone, atteso lo stato di abbandono, inconcepibile, dove chiunque è in grado di accedere e senza escludere la carenza igienico sanitaria ancora in atto abbondantemente trascurata.

Certo di un sollecito riscontro comunico di essere disponibile ad ogni eventuale chiarimento dovuto e chiedo di essere informato qualora il presente esposto dovesse essere archiviato.

Grazie

Scicli 26.08.2016

                                                                                                 Antonio Firullo

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